Invaderanno Rafah e staremo a guardare

par Antonietta Chiodo
venerdì 10 maggio 2024

La Palestina sta versando lacrime di sangue da più di 76 anni eppure questi mesi saranno ricordati come il peggiore massacro a danno di bambini inermi sulla Striscia di Gaza e in Cisgiordania della storia, il mondo si sta mobilitando perché tutto questo si fermi e perché la giustizia faccia il suo corso, il rischio che la pressione diplomatica spinga Israele verso una violenza peggiore di quella vista sino ad oggi è estremamente alto.

 Nella scorsa notte numerosi bambini sono morti nuovamente a causa di bombardamenti senza sosta nelle zone di Rafah e Khan Younis grazie al comprovato utilizzo nei mesi scorsi dell’IA per l’individuazione di gruppi di civili, il diritto umanitario è evidentemente morto da decenni nonostante si cerchi di tenerlo in vita attraverso una respirazione artificiale o… artificiosa. 

Pare che il mostro sia inarrestabile e l’IDF abbia diramato nelle scorse ore un avvertimento che conosciamo molto bene, in cui si invitano i civili ad abbandonare la zona di Rafah, sapendo che nell’enclave non esistono zone sicure e che saranno ancora migliaia i palestinesi a perire sotto un massacro firmato dalla stella di Davide e da una bandiera insanguinata a stelle e strisce.

La resistenza palestinese dopo avere umiliato l’IDF in questi mesi non ha ovviamente alcuna intenzione di abbandonare il campo regalando così la Palestina , sarebbe la fine di una dignità oramai riconosciuta da tutti, soprattutto dai giovani che nonostante la violenza della polizia hanno scelto di stare dalla parte giusta della storia, il popolo palestinese ha senza dubbio attraverso il sangue ed il dolore cambiato la falsa narrazione occidentale e fatto comprendere che la resistenza ed il terrorismo non sono due facce della stessa medaglia. Nel frattempo la popolazione gazawi cerca in tutti i modi possibili di mettersi in salvo, sapendo che sarà impossibile non pensare alla morte anche solo per un istante e con la consapevolezza che sarà inattuabile la protezione dei bambini così il martirio resta oramai nella mente dei palestinesi come un abbraccio caldo verso la pace e la fine di tutto.

La popolazione è stremata dalla fame, dalla sete, dalle malattie e dall’isolamento di una comunità internazionale incapace ed inadeguata, soprattutto debole ed inutile.

In queste ore si deciderà non solo la sorte di questo popolo ma di tutti noi, nonostante le false richieste degli Usa di non invadere Rafah il governo Bibi disporrà il termine di quel disegno iniziato nel 1948 obbligando il mondo ad un’esplosione di dolore e rabbia. Oramai tutti abbiamo compreso in questi mesi che quei bambini amputatati, violati, rapiti sono e saranno i nostri bambini e detteranno per centinaia di anni una memoria storica indelebile. A marzo il presidente Joe Biden chiese pubblicamente che Israele non invadesse Rafah, eppure i 26 miliardi di armamenti sono stati approvati senza battere ciglio.

Il procuratore Karim Khan presso la Corte Penale Internazionale nonostante la sua mai nascosta vicinanza ad Israele, pare abbia perso la pazienza, dichiarando pubblicamente che il governo Netanyahu deve smettere di minacciare i giudici e la giustizia internazionale attraverso comunicazioni minatorie. Siamo di fronte alla resa dei conti per Israele a livello diplomatico oppure è stata oltrepassata la linea rossa della violenza verbale di Ben Gvir e compagnia bella? Ancora non lo sappiamo ma ciò che è certo è che l’animale alimentato in questi decenni ha evidenziato in tutti i modi possibili che il suo rispetto per le istituzioni e per i diritti umani è paragonabile a zero.

Le dichiarazioni del procuratore Khan infatti non lasciano spazio alla fantasia:

“L’Ufficio cerca di impegnarsi in modo costruttivo con tutte le parti interessate ogni volta che tale dialogo è coerente con il suo mandato ai sensi dello Statuto di Roma e di agire in modo indipendente e imparziale. Tuttavia, tale indipendenza e imparzialità vengono compromesse quando individui minacciano ritorsioni contro la Corte o contro il personale della Corte nel caso in cui l’Ufficio, nell’adempimento del suo mandato, prenda decisioni su indagini o casi che rientrano nella sua giurisdizione”.

L’impunità israeliana è oramai evidente, eppure voci di corridoio da settimane segnalano la possibilità che la corte dell’ AIA emetta mandati di cattura nei confronti del primo ministro Benjamin Netanyahu e dei suoi collaboratori in merito al massacro che sta avvenendo in Palestina dal 7 ottobre 2023. L’allontanamento degli alleati nell’ultima settimana, tra cui gli Stati Uniti nonostante il supporto bellico ottenuto sino a poche settimane fa insieme alla Francia che non dimentichiamo ha esportato negli ultimi mesi migliaia di pallottole ed armamenti a supporto della fanteria israeliana. Non dimentichiamo che già nel marzo 2021, sotto la guida dell’ex procuratore della Corte penale internazionale Fatou Bensouda, è stata avviata un’indagine della CPI sulla condotta israeliana a Gaza, nella Cisgiordania occupata e a Gerusalemme est dal 2014.

Foto Wikimedia


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