Intervista a Mario Landolfi: "La parata del 2 giugno va fatta, ma tenendo conto delle vittime"

par kikki rikki
venerdì 1 giugno 2012

"La liturgia dello Stato va celebrata anche in un'atmosfera di dolore come questa. La parata del 2 giugno va fatta, ma in un clima che tenga conto del drammatico momento di lutto per i cittadini dell'Emilia Romagna".

E' il parere di Mario Landolfi, deputato del Pdl e giornalista professionista. Durante la sua carriera è stato ministro delle Comunicazioni e Presidente della Commissione di Vigilanza Rai. Lo incontriamo sul treno Napoli-Roma.

Il Governo ha sbloccato 2,3 miliardi di euro per il Mezzogiorno. Si tratta di un'occasione per la crescita o finiranno nelle mani sbagliate?

"Noi meridionali ci appassioniamo molto all'arrivo dei soldi ma poi ci distraiamo quando si parla di come utilizzarli. Spesso i fondi si disperdono e vengono destinati ad altre Regioni europee. Non mi riferisco alla Campania amministrata da Stefano Caldoro, che è un buon governatore. Ma c'è bisogno di un indirizzo strategico per le risorse, vanno investite in ricerca, innovazione, infrastrutture. Solo così si possono invertire certe tendenze negative".

A cosa si riferisce?

"Soprattutto alla banda larga per la connessione veloce a internet, che oggi è un tema ampiamente dibattuto. In Italia è stata istituita dal 1 marzo 2012 l'agenda digitale in cui si discute sulle strategie da utilizzare per colmare il digital divide, il divario tra chi ha accesso alle tecnologie dell'informazione e chi no. Ma è ancora soltanto un punto di partenza rispetto a paesi come la Cina, il Giappone e gli Stati Uniti che hanno investito molto in questo campo. Oggi la connessione si realizza su internet oltre che sulle autostrade. Le nuove generazioni hanno il diritto di avere accesso alla rete".

Lei è di Mondragone, in provincia di Caserta. Qui il Pdl ha vinto le ultime elezioni amministrative con il candidato sindaco Giovanni Schiappa. Qual è la sua opinione sulle prime mosse del neoeletto?

"Positiva. Con la formazione della giunta è partita questa esperienza che farà bene al Comune, che deve riprendersi da una situazione di stallo amministrativo. Credo ci siano tutti gli ingredienti per cucinare una buona pietanza".

Mentre in Parlamento si discute il disegno di legge anticorruzione, le è stato comunicato un rinvio a giudizio proprio per truffa e corruzione aggravata dal favoreggiamento del clan dei casalesi. Se lo aspettava?

"Veramente no. Nonostante la Camera dei Deputati abbia negato l'uso delle intercettazioni, quelle che mi riguardano le ho pubblicate su Facebook proprio per far capire in che modo un cittadino può essere trattato. Vengo accusato di aver indotto un consigliere comunale a dimettersi un mese prima dalla scadenza naturale del processo ma è una teoria sostenuta solo dal pubblico ministero, non dagli ispettori né dal consigliere interessato. Ribadisco la mia totale estraneità ai fatti. Se avessi avuto qualcosa da temere non avrei rinunciato alle prerogative che la Costituzione mi assegna in quanto deputato. Durante il procedimento che si terrà il 9 luglio a Santa Maria Capua Vetere il Pubblico Ministero porterà solo accuse di natura politica. Non sono io a dovermi vergognare ma qualcun altro".


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