Interrogativi sulla valenza della democrazia rappresentativa

par Francesco Rossolini
venerdì 17 ottobre 2008

 

 Il mondo occidentale ha adottato da tempo il sistema della democrazia rappresentativa a suffragio universale. Rivoluzioni e movimenti di liberazione ci hanno condotti a questo sistema politico, ritenuto generalmente valido e funzionale, ma oggi possiamo dire che ci sia una vera democrazia rappresentativa? E nel caso specifico dell’Italia, Camera e Senato rappresentano veramente il Paese?

I primi dubbi possono insorgere prendendo ad esame l’età media dei nostri parlamentari, sicuramente poco consona ad un Parlamento del XXI secolo. Ad un ignaro osservatore esterno più che una Repubblica democratica l’Italia potrebbe sembrare una gerontocrazia. Ora dato che il Parlamento dovrebbe rappresentare i propri elettori  il numero di seggi per ogni fascia d’età (diciamo ogni quinquennio dai diciotto anni i poi) dovrebbe essere percentualmente proporzionale alle medesime fasce di popolazione.

Prendendo in esame anche le leggi prodotte dal Parlamento spesso si percepisce una profonda lontananza che si interpone tra la politica e la vita reale, tale lontananza sembra aumentare legislatura dopo legislatura fino al punto da far dubitare sulle validità della rappresentatività del sistema democratico. Ma i nostri parlamentari veramente rappresentano, come dovrebbe essere, tutti i loro elettori o rappresentano solo se stessi e pochi intimi?

Purtroppo le continue diatribe personali tra politici di fazioni diverse non aiutano la causa della democrazia rappresentativa, anzi fanno insorgere molti dubbi sull’effettiva efficacia di tale sistema politico. 

Credo che la grave crisi socio culturale, oltre che finanziaria, che affligge l’Occidente sia il chiaro segno che molto ci sia da cambiare nel sistema politico Occidentale ed in primo luogo limitare gli smisurati poteri che abbiamo demandato ad una chiusa e arrogante classe dirigente.


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