Internet e pornotax

par Pamela Ferrara
mercoledì 18 marzo 2009

Il consiglio dei ministri ha approvato il decreto attuativo che prevede extra–imposte per disincentivare la produzione e vendita di materiale pornografico e lo sfruttamento della credulità popolare.

Con la manovra anti-crisi è stata quindi introdotta un’ulteriore tassa del 25% sui guadagni ricavati dalla vendita di prodotti “in cui siano presenti immagini o scene contenenti atti sessuali espliciti e non simulati tra adulti consenzienti”, nonché sulle emittenti che le trasmettono.

Dubito che questa tassa disincentiverà i mercati, di certo porterà un bel gruzzolo nelle casse dello Stato, soprattutto se consideriamo che tecnicamente avrebbe addirittura effetto retroattivo.

Incuriosisce piuttosto l’impatto che la nuova regola avrà sul mondo Internet, dove la presenza di siti con immagini o video contenenti “atti sessuali espliciti” è decisamente elevata: basti pensare che digitando “porno” su Google si ottengono 180 milioni di pagine Web.

Difficile però stabilire regole per un mondo che non ha, per sua natura, confini definiti: se il sito “incriminato” non fa riferimento a una persona giuridica in che modo verrà riscossa la nuova tassa?

Comunque, se giocare alla lotteria è una tassa sui poveri, ora abbiamo anche la tassa sugli arrapati. Speriamo di vederne delle belle.


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