Intercettazioni Berlusconi-Saccà

par Antonio Massariolo
mercoledì 4 marzo 2009

Nessun reato di corruzione. E’ questa la sentenza della Procura di Roma sul caso delle intercettazioni telefoniche tra Silvio Berlusconi ed Agostino Saccà.
I pm romani, a differenza di quelli napoletani che avviarono l’indagine, giudicano queste prove prive di illeciti.

Se il primo ministro di un paese telefona al direttore di RaiFiction al fine di trovare un posto di lavoro a cinque ragazze dicendo «lo sai che poi ti ricambierò dall’altra parte, quando tu sarai un libero imprenditore, mi impegno a darti un grande sostegno», secondo i pm capitolini non è corruzione, è semplicemente «malcostume».

Berlusconi e Saccà, spiega la procura di Roma, non avevano nulla da scambiare, anche in virtù «di un rapporto interpersonale risalente nel tempo», che consentiva al Cavaliere di fare segnalazioni «senza promettere o ottenere nulla in cambio». Dunque, non si può parlare di «accordo corruttivo», anche perché Saccà non rivestiva la qualifica di «incaricato di pubblico servizio».


Subito dopo la sentenza non si sono fatte attendere le solite dichiarazioni di politici e non. Lo stesso Saccà, tramite il suo legale, ha affermato: «Finalmente si è conclusa quest’incredibile vicenda e ciò conferma l’estraneità di Saccà, restituendogli la sua onorabilità e confermando la sua professionalità e il suo attaccamento all’azienda».

Maurizio Gasparri, come al solito, non esita a prendere a pretesto una vicenda per dire il classico slogan o frase fatta e mettere altra benzina sul fuoco della questione intercettazioni affermando che questo «è l’esempio dell’abuso di questo strumento di indagine».

La Procura di Roma, inoltre, ha anche ordinato che tutto vada al macero, per «assicurare il massimo della tutela possibile alla riservatezza dei soggetti coinvolti».

Tutti noi però, finchè non passa il famigerato ddl sulle intercettazioni che secondo l’idea iniziale del ministro Angiolino Alfano prevedeva il carcere fino a tre anni per i giornalisti che pubblicano intercettazioni destinate al macero dai magistrati, possiamo ascoltare e leggere queste prove e farci liberamente un’idea più precisa sulle dichiarazioni fatte dai protagonisti e su chi ci governa e ci rappresenta nel mondo. Finchè siamo liberi di informarci facciamolo.


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