Insulti razzisti a Moise Kean: il decadimento morale della società italiana
par Alberto SIGONA
giovedì 13 febbraio 2025
Gli insulti razzisti all'attaccante della Fiorentina e della Nazionale italiana Moise Kean inducono a riflettere... Ciò è sicuramente il riverbero consequenziale della nostra civiltà contemporanea, sempre più insofferente verso tutto e tutti.
I recenti gravi insulti razzisti di cui è stato vittima il bomber della Fiorentina e della Nazionale, Moise Kean, c'inducono ad interrogarci sul perché tali deplorevoli comportamenti negli ultimi anni, anziché attenuarsi, si stiano accentuando non poco. Di sicuro è innegabile che in Italia c'è da tempo un problema serio e riguarda il decadimento morale della nostra società. Negli ultimi decenni questa problematica, dopo essersi attestata a lungo su di un livello di guardia, si sta acuendo in maniera esponenziale e pericolosa, permeando vari ambiti e diversi strati della popolazione. Ciò è sicuramente il riverbero consequenziale della nostra civiltà contemporanea, sempre più insofferente verso tutto e tutti, costantemente, sino al parossismo, alla ricerca spasmodica ed incontrollata di un oscuro e non meglio identificato nemico da combattere. Una civiltà che si ritrova priva di validi punti di riferimento, con l'incertezza e l'ambiguità adoperate come uniche bussole (dis)orientative. Il che in molti casi si traduce in una corposa mancanza di riguardo nei confronti del prossimo. Che possono essere le istituzioni, le forze dell'ordine o chiunque rappresenti lo Stato o un'Autorità. O può essere anche il vicino di casa o il collega di lavoro, piuttosto che la tua partner di vita. Ma può tradursi anche nell'intraprendere scelte di vita completamente sbagliate e lesive persino della propria dignità. Basti pensare a chi imbocca la via della tossicodipendenza o della criminalità. Alla base di tale diffusa insofferenza verso tutto e tutti, da cui poi scaturisce cotanta negatività, c'è una mentalità tossica che sin dalla più tenera età viene sovente inculcata ai nostri figli, educati all'intolleranza, al disprezzo del “diverso” (che spesso sfocia nel razzismo becero), alla prevaricazione sul più debole o su chi non ha i mezzi sufficienti per tutelarsi (e qui si collocano pure il maschilismo e la mentalità patriarcale), all'insubordinazione verso chi è deputato a dettare le regole, ma anche alla trasgressione dei dettami del vivere civile, all'impazienza (si vuole ottenere tutto e subito senza mai accontentarsi di quello che si ha), ed alla presunzione di possedere la verità indiscussa, negando a prescindere il confronto costruttivo delle proprie idee con quelle altrui. L'Io viene volentieri anteposto e preferito al Noi, sacrificato sull'altare odioso dell'egoismo, e così non di rado può capitare che la scortesia venga preferita alla gentilezza, che l'insolenza prevalga senza scrupoli sulla disciplina e l'ostilità metta impietosamente all'angolo la solidarietà. Magari vedendo un nemico giurato in chi la pensa diversamente da noi o in chi non si è allineato con certi canoni convenzionali. Ed il tutto senza porsi troppe domande. Senza chiedersi cosa è giusto e cosa non lo è. Cosa è lecito e cosa è sbagliato.
La famiglia, essendo la culla della formazione umana, è ovviamente la maggiore responsabile di tale disfacimento culturale, poiché spesso inculca ai propri figli errate mentalità e cattive condotte di vita, o magari li lascia alla mercé di varie forme diseducative offerte dall'esterno, ad esempio provenienti da amicizie poco raccomandabili, ma anche da tv e social network, che coi loro nocivi insegnamenti (basti pensare a certi improponibili programmi televisivi - film, reality show e non solo - o ai vari improvvisati e sprovveduti influencer di turno, compresi alcuni vip...) stanno rovinando una generazione già precaria di suo. Tuttavia oltre alla famiglia un ruolo fondamentale nella mala educazione dei giovani d'oggi lo svolge la Scuola, che da tempo pare aver smarrito la sua proverbiale ascendenza moralizzatrice sui propri “figli”, perdendo via via credibilità. Ad ogni modo quando si verifica un decadimento così marcato e diffuso, in genere i colpevoli sono numerosi e non sempre facilmente individuabili. E quando certe problematiche emergono in tutta la loro gravità, alcune delle cause si sono già “dileguate” o mimetizzate tra i labirinti di un sistema troppo eterogeneo e complesso per essere compreso nella sua globalità.
Se la cause che hanno portato a risultati così disgraziati non sono facilmente reperibili, in compenso i rimedi non latitano di certo e si possono trovare più o meno agevolmente. E qui lo Stato è chiamato a recitare la parte del protagonista indiscusso. E non solo tramite la repressione di certi comportamenti deplorevoli (certe condotte richiedono tolleranza zero, e non solo a chiacchiere, accantonando buonismo ed ipocrisia), compresi quelli che vengono tenuti sul web, in cui da troppo tempo regna l'impunità ed il diritto all'idiozia di molti leoni, pardon coglioni, da tastiera, per una rete che ormai si è trasformata nell'incubatrice della diseducazione. Ma Esso deve occuparsi ancor di più della prevenzione. Mediante le varie istituzioni, Scuola in primis, deve farsi carico d'instillare sin dall'infanzia la cultura della legalità e del rispetto, affinché esse possano impregnare le menti degli infanti quando sono ancora permeabili e predisposte a farsi educare, prima che diventi troppo tardi. Urge agire d'anticipo. Prima che l'ambito familiare possa arrecare danni irreparabili. Perché, come si è sempre detto, prevenire è di gran lunga meglio che curare. E ricordiamoci, casomai ve ne fosse bisogno, che i bambini ed i ragazzini di oggi saranno inevitabilmente gli adulti di domani. Saranno loro a rappresentare la nostra società futura, con le sue virtù e le sue imperfezioni. Con l'auspicio che un giorno i nostri posteri possano rimuovere, o perlomeno attenuare, le considerevoli storture che attualmente stanno caratterizzando in maniera allarmante e pervasiva la civiltà italiana.
Alberto SIGONA