Inquinamento mare | Goletta Verde, un punto inquinato ogni 54 km di costa

par Paolo Borrello
venerdì 19 agosto 2016

Su 265 campioni di acqua analizzati, il 52% è risultato con cariche batteriche elevate. Circa 25% della popolazione italiana ancora non coperta da depurazione. Scarichi non depurati peggiori nemici del turismo.

Scarsa l’informazione ai cittadini: pochi i cartelli di divieto di balneazione e quelli informativi sulla qualità delle acque. 

Questi i principali risultati di Goletta Verde 2016, la storica campagna estiva di Legambiente.

Un punto inquinato ogni 54 km di costa, ancora una volta sotto accusa la mancata depurazione.

Dei 265 punti monitorati, uno ogni 28 km di costa, dal laboratorio mobile di Goletta Verde di Legambiente, il 52% è risultato inquinato o fortemente inquinato. L’88% di queste criticità è in corrispondenza di foci di fiumi, fossi, canali o scarichi  presenti lungo la costa. Più della metà di questi sono in prossimità di spiagge e stabilimenti e quindi frequentati da bagnanti.

“Purtroppo i risultati deludenti in prossimità di foci, fossi e canali non ci sorprendono – ha commentato Giorgio Zampetti, responsabile scientifico di Legambiente – dal momento che il problema riguarda non solo le aree costiere ma interessa gran parte del territorio nazionale.

Nonostante siano passati 11 anni dalle scadenze previste dalla direttiva europea sulla depurazione, l’Italia, infatti, è ancora in fortissimo ritardo.

Circa il 25% della popolazione non è coperta da un adeguato servizio di depurazione e un terzo degli agglomerati urbani a livello nazionale è coinvolto da provvedimenti della Commissione europea. Sul nostro Paese pesano già due condanne e una terza procedura d’infrazione.

Oltre i costi ambientali, ci sono inoltre quelli economici a carico della collettività: a partire dal 2016, il nostro Paese dovrà pagare 480 milioni di euro all’anno, fino al completamento degli interventi di adeguamento”.

Se nell’edizione 2016 oltre la metà dei punti sono risultati inquinati, 1 su 5 soffre di “inquinamento cronico”, in quanto dal 2010 ad oggi è risultato fuori i limiti di legge per almeno 5 volte. Di questi il 94% corrisponde a foci di fiumi, torrenti, scarichi e canali.

“Gli scarichi non depurati sono i peggiori nemici del turismo – ha proseguito Giorgio Zampetti -. Il nostro monitoraggio ha l’obiettivo di non fermarsi alla sola denuncia, ma soprattutto di avviare un approfondimento e confronto per fermare l’inquinamento da mancata depurazione che si riversa in mare.

Per alcune situazioni critiche da diversi anni, grazie alla stretta collaborazione con le forze dell’ordine e le amministrazioni locali, si è arrivati a individuare le cause e risolvere il problema. Ora c’è la legge sugli ecoreati, che prevede anche il reato di inquinamento ambientale, valido strumento contro chi continua a scaricare illegalmente nei fiumi e nel mare”.

Occorre evidenziare, inoltre, l’inquinamento da rifiuti, che arrivano dai fiumi, dal mare e da terra e che accomunano tutti i 265 luoghi esaminati da Goletta Verde.

Solo nel 14% di questi non è stata rinvenuta spazzatura, che molto spesso, invece, si accumula in vere e proprie discariche in mezzo alla sabbia.

A farla da padrona è la plastica ma non mancano i rifiuti che derivano dall’inefficiente depurazione. Le foci dei corsi d’acqua e i canali portano con sé non solo batteri ma anche rifiuti solidi buttati nel wc e che per mancata depurazione o scarichi illegali arrivano sulle spiagge.

Cotton fioc, assorbenti, blister, addirittura deodoranti da wc che sono stati ritrovati nei pressi dei punti di campionamento nel 18% dei casi. E non è un caso che nell’83% di questi luoghi siano state riscontrate cariche batteriche oltre la norma, derivanti dalla stessa cattiva depurazione.


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