Da quando l’informazione è entrata nel mirino di importanti gruppi politici ed industriali, essa è diventata soltanto un business e uno strumento di consenso. La realtà viene distorta, e giornalisti piazzati là da editori e direttori di trasmissioni fanno il gioco dei potenti. L’attenzione dell’opinione pubblica viene costantemente manipolata, basta fare un giro in strada ed ascoltare i discorsi della gente su tematiche importanti come la politica e la vita pubblica: quante volte abbiamo ascoltato persone esprimere pareri ed opinioni apparentemente personali, ma che in realtà ricalcavano del tutto quelle ascoltate in tv la sera prima nel talk show? E che esse sapevano molto di più su gossip e sport?
Coloro che realmente coltivano la passione per l’arte della scrittura e del giornalismo molto difficilmente riescono ad arrivare in alto. Perché raccontare la verità non è per niente facile, e nessuno può definirsi custode di questo concetto. Nemmeno il governo che si serve di mezzi drastici come il controllo dell’informazione e l’uso dell‘esercito per poter affermare la propria di verità.
Mediaset è il simbolo di quest‘abisso in cui è precipitato il giornalismo. Un esempio sui tanti? Il tg4 di Emilio Fede. L’immagine che viene data del nostro Paese è del tutto distorta; gli ospiti in trasmissione sono sempre esponenti del Pdl e nel Paese tutto va bene grazie all’indiscussa opera del carismatico e simpatico premier Silvio Berlusconi. Infine, giù un servizio che è un vero e proprio fotoromanzo della vita privata e familiare del presidente, con tanto di musica e poesia sentimentale di sottofondo.
No, questa non è informazione. Questa è una presa in giro.
Conflitto d’interessi, controllo governativo di Rai e Mediaset, quotidiani e giornali gestiti da politici ed industriali come Caltagirone per “il Mattino” e il senatore del Pdl Italo Bocchino per “il Roma“. Perfino “L’espresso“, settimanale d’inchiesta, è in mano ad uno dei più potenti industriali d’Italia, Carlo De Benedetti, che estende i suoi interessi ben oltre l‘editoriale, essendo gestore al 50% tramite la società CIR di alcune fra le più contestate centrali termoelettriche d’Italia: Vado Ligure, Torrevaldiga e Napoli.
Un ennesimo esempio d‘informazione malata? Qualche giornale o notiziario televisivo ha ripreso o approfondito per caso
l’inchiesta giornalistica di Rainews24 sull’emergenza rifiuti in Campania andata in onda a notte fonda sul satellite, dove veniva fuori che i famigerati impianti CDR, responsabili della produzione abnorme di “eco”balle di rifiuti non a norma sono in realtà da sempre benissimo in grado di riciclare l’umido e il secco, trattandosi infatti di “Impianti di Selezione”, e che la funzione CDR è solo una dell‘intera linea di produzione che tuttora comprende compostaggio e TMB? E degli impianti di riciclaggio imballati e mai utilizzati se n’è mai parlato? No, perché altrimenti non si giustificherebbe la decisione del governo di disseminare la Regione di inceneritori e di discariche, se non per arricchire le aziende di gestione rifiuti tramite i fondi statali (e parliamo di miliardi di euro).
E il caso Alitalia? Pochissimi giornalisti hanno raccontato i dettagli su una delle più colossali truffe della storia italiana e sui debiti miliardari scaricati sui contribuenti. Gli altri? Tutti impegnati ad intervistare i politici e a riportare frasi di elogio al mantenimento dell’italianità della compagnia di bandiera.
E’ un abisso da cui è difficile uscire, anche perché sembra che gli Italiani si siano in qualche modo abituati e rassegnati a tutto questo marciume, disinformati come sono dai mass media. Quel gruppo di giornalisti vicini al potere infatti getta discredito sull’intera categoria, formata in realtà anche da personalità autorevoli e assetate di verità, ma impossibilitate da un sistema sempre più corrotto (Italia al 55° posto per corruzione, ultimo in Europa) a poterle raccontare.