Ineluttabile come il destino di Maifredi

par Antonio Vergara
lunedì 20 ottobre 2008

Il punto non è perdere a Napoli, che ci può anche stare con una squadra in forma e in un San Paolo che spinge come il vento in poppa, il punto è essersi cagati sotto prima ancora di cominciare. La Juventus ha giocato con la paura di una provinciale, intimidita, confusa, come lo spavaldo pugile che si scropre mediocre alla prova dei fatti. Come quel pugile, la Juventus paga la presunzione degli Elkann che hanno voluto mettere la società nelle mani di gente totalmente inadeguata, per dirlo eufemisticamente. Come negli affari, anche nel calcio una società senza guida non può che essere destinata al fallimento. Ranieri non ha la statura di Capello o di Lippi ed infatti è stato il primo ad annaspare, perdendo il controllo sullo “spogliatoio” e finendo, stasera, completamente in balia dei fantasmi che giá da tempo s’aggirano sulla sua panchina. È la sostituzione di Del Piero, messo fuori quando stava giocando bene per un altro difensore, che simboleggia meglio di ogni altra cosa la depressione juventina. In crisi di risultati, di gioco e di morale, il finale era giá scritto molto tempo prima che Hamsik indisturbato segnasse a due passi dalla porta il 2 a 1 per il Napoli. Per certi versi la Juventus di oggi ricorda quella tragica e comica di Maifredi, portato a Torino da un altro presuntuoso che pensava di conoscere il calcio come Montezemolo. Ma al peggio non c’è mai fine, infatti Cobolli Gigli, Blanc, Secco e Ranieri resteranno ancora a lungo a fare danni.


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