India, le 14 domande di Amnesty International ai candidati alle elezioni

In vista delle elezioni parlamentari del 7 aprile Amnesty International India ha chiesto ai candidati alla carica di primo ministro di chiarire come la pensano su 14 temi riguardanti i diritti umani.

Dal favorito Narendra Modi, leader dell’Alleanza democratica nazionale guidata dal partito induista Bharatiya Janata (BJP, nella foto l’incontro con la portavoce nazionale), a Rahul Ghandi, leader del partito del Congresso, fino a Jayalatithaa, Mayawati, Mamata Banerjee, Mulayam Singh Tadav, Naveen Patnaik, Nitish Kumar e Arving Kejriwal, i principali candidati sono stati interpellati da Amnesty International per sapere se intenderanno o meno rispettare i valori costituzionali di giustizia, libertà, uguaglianza e dignità.

La campagna di Amnesty International India, chiamata “14 for 2014”, sta chiedendo ai candidati di esprimersi su una serie di questioni cruciali legate ai diritti umani e che riguardano, letteralmente, milioni e milioni di cittadine e cittadini indiani: dallo stupro coniugale all’acquisizione dei terreni, dalla detenzione senza processo alla riforma delle forze di polizia, dall’impunità delle forze armate alla depenalizzazione dell’omosessualità, dalla libertà d’espressione alla discriminazione delle comunità emarginate. Ha dichiarato Shashikumar Velath, direttrice dei programmi di Amnesty International India:

“È raro che i diritti umani siano al centro della campagna elettorale. Chiediamo che questi temi cruciali facciano parte del dibattito e che gli elettori conoscano come la pensano i candidati su questioni da cui potrà dipendere il loro futuro”

I prossimi cinque anni mostreranno se l’India sarà davvero una potenza globale in grado di rispettare i diritti umani dei suoi cittadini e di farli rispettare nel mondo, o se continueranno a prevalere le beghe politiche e idee e programmi limitati all’interesse nazionale.