Un treno merci è deragliato a Viareggio, ha provocato l’esplosione di un carico di Gpl, il crollo di 5 palazzine nelle vicinanze della stazione e un numero di morti ancora incerto, almeno 14, con 16 feriti gravi. I sindacati parlano di tragedia annunciata, e d’altra parte sono anni che protestano con Trenitalia per una lunga serie di motivi, dalla costante diminuzione del personale all’uso di mezzi e materiali vecchi.
I sindacati indipendenti inoltre censurano il recente accordo sull’unico macchinista accettato anche dalla Filt Cgil. I pendolari di tutta la nazione hanno il dente avvelenato con Trenitalia per tanti ottimi motivi, e come i sindacati accusano l’azienda di concentrarsi solo sull’Alta Velocità, mentre tutto il resto del trasporto, regionali, merci e anche gli Intercity, peggiora costantemente. E questa è una considerazione che può fare chiunque abbia viaggiato in treno negli ultimi anni. Non che prima lo stato delle ferrovie fosse molto meglio, anche sotto la gestione pubblica prima del 2000 i treni italiani non brillavano per pulizia ed efficienza, in parte perché c’era chi usava i soldi del trasporto pubblico in altri modi. Ma la privatizzazione non ha migliorato affatto le cose, anzi le ha chiaramente peggiorate.
Questo perché l’idea della privatizzazione di un servizio pubblico pone
problemi rilevanti di sicurezza, e infatti è accaduto anche in
Gran Bretagna. E’ chiaro che i vertici di una società privata hanno il
profitto come unico obiettivo, quindi la privatizzazione può funzionare bene solo se lo stato controlla che le regole sulla sicurezza siano
certe e vengano rispettate. Ma la frequenza di incidenti in Italia fa pensare che questo non avvenga affatto. Inoltre quando si arriva a un processo si finisce sempre per dare
la colpa al macchinista, che tanto è quasi sempre
morto.
L’Alta Velocità stessa non appare come qualcosa di limpido, sia per i
costi esorbitanti e i ritardi che per gli enormi danni ambientali che ha provocato, ad
esempio nel Mugello. Insomma basta dare una veloce occhiata su internet, unico spazio dove ormai
sopravvive l’informazione italiana, per capire che l’attuale gestione delle ferrovie potrebbe essere fatta molto meglio, per usare un delicato
eufemismo. Ma come aspettarci che questo avvenga se i grandi mezzi d’informazione, in gran parte in mano agli stessi gruppi industriali coinvolti nelle ferrovie o ai loro amici, evitano di indagare sull’argomento o non ne parlano affatto? E in questo caso destra e sinistra
non cambiano niente, perché anche durante il governo Prodi i manifestanti
NO TAV sono stati presentati al pubblico come un gruppetto di pazzi egoisti, anche se avevano e hanno sacrosante ragioni per protestare, come dimostra quanto è accaduto nel Mugello. Un’indagine dovrà stabilire come è avvenuto il tragico incidente di Viareggio, ma visti i precedenti e la situazione italiana è
molto difficile sperare nella verità e nella giustizia.
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