Inchiesta Bari: pericolo intercettazioni o "paura del sultano"?

par morias
venerdì 19 giugno 2009

Di questi tempi sembra che i magistrati italiani non possano aprire un’indagine sui colletti bianchi, senza che in un modo o nell’altro vi figuri anche qualche losco interesse che vede coinvolto il premier Silvio Berlusconi ed il suo entourage.

Accade a Bari nel totale silenzio dei media televisivi, e senza che nessuno si preoccupi di iniziare a fare domande sulla "identità nascosta" di colui che il popolo italiano ha deciso di mettere al comando del Paese.

Pino Scelsi è un sostituto procuratore distrettuale antimafia di Bari, viene ritenuto un uomo schivo, riservato e al contempo integerrimo, qualità richieste ad una persona che riveste un ruolo tanto importante per la vera sicurezza dei cittadini.

Si è occupato negli anni passati di importanti inchieste che hanno portato a infliggere gravi danni alle organizzazioni mafiose pugliesi, a cominciare dai clan dei Capriati e ai clan del quartiere Japigia del capoluogo pugliese.

Tutto parte da alcune intercettazioni disposte dalla Procura barese nei confronti di Giampaolo Tarantini e di suo fratello Claudio, imprenditori proprietari della società "Tecnohospital", che si occupa di forniture tecnologiche per la sanità.

La Guardia di Finanza indaga per presunte laute mazzette versate per aggiudicarsi, da parte della "Tecnohospital", appalti nel settore sanitario.

Nel corso di queste intercettazioni, gli uomini delle forze dell’ordine registrano delle comunicazioni telefoniche dello stesso Giampaolo Tarantini, il quale non sapeva di essere ascoltato, che hanno ad oggetto un giro di ragazze, e tra queste figurano anche quelle che devono essere fatte arrivare a Palazzo Grazioli, residenza romana del Presidente del Consiglio, per alcune "feste".



Per questo "giro di ragazze", l’imprenditore viene iscritto nel registro degli indagati per "induzione alla prostituzione".

A parlare davanti i giudici sono per il momento cinque ragazze, le cui versioni, a detta dei magistrati, risultano coincidenti, ma le dichiarazioni di una di queste in particolare dovrebbero suscitare il maggiore interesse per i media, che invece tacciono: si tratta di Patrizia D’Addario, candidata al consiglio comunale di Bari alla scorsa tornata elettorale del 6 e 7 giugno, nella lista "La Puglia prima di tutto" del centrodestra di Raffaele Fitto - ministro della repubblica per gli affari regionali - e Silvio Berlusconi.

Non è che per caso si stesse realizzando il "Piano Eversivo" evocato qualche giorno addietro dal Presidente del Consiglio a Santa Maria Ligure, in occasione dell’incontro con i giovani di Confindustria?

Subito in difesa del premier è intervenuto l’onorevole avvocato Ghedini, parlamentare che noi tutti paghiamo al solo fine di difendere Silvio Berlusconi dalle varie procure italiane - e mi chiedo se ci conviene: <<Ancorchè se fossero vere le indicazioni di questa ragazza, e vere non sono, il premier sarebbe, secondo la ricostruzione, "l’utilizzatore finale" e quindi mai penalmente punibile>>.

Avrà il nostro amato "Sultano" il diritto di consumare i suoi vezzi in santa pace, e senza il dovere di rispondere dei suoi "giochetti"?

Per il momento di queste faccende ne possiamo ancora scrivere, anche se tutti se ne fregano e non chiedono conto - figuratevi allorquando il testo dell’emendamento sulla sicurezza che coinvolge i criteri per predisporre le intercettazioni sarà approvato anche dal Senato della "Res Publica"
 


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