Inceneritore Acerra: a Londra l’alternativa

par Vito Enzo Salatino
martedì 1 marzo 2011

Si continua a discutere pubblicamente sulla validità, efficienza e sostenibilità ambientale e sanitaria dei "termovalorizzatori" per la combustione (incenerimento) dei rifiuti solidi urbani, del tipo costruito ed in funzione in maniera discontinua ad Acerra (impianto da ca. 450 ton/giorno). Le vicissitudini costruttive e legali dell'impianto di Acerra sono universalmente note.

Le carenze tecniche di questo impianto pure, riassumibili in una scarsissima efficienza impiantistica per difetti intrinseci di costruzione che comportano continue fermate per guasti e manutenzione, con efficienza produttiva ed energetica scadentissime (inferiore al 25% come resa in energia elettrica prodotta rispetto al potere calorifico del rifiuto alimentato, con conseguenti gravissime perdite economiche e finanziarie).

Inoltre si denuncia una sicurezza sanitaria e di protezione ambientale dell'impianto pressoché nulle a causa di emissioni gassose in atmosfera sistematicamente fuori norma (NOx, SO2, HCl, HF, HCN tossici, nanopolveri cancerogene PM10-5-2,5, diossine e dibenzofurani cancerogeni a mutageni, metalli pesanti volatili tossici e cancerogeni, Mercurio neurologico, etc.), emissioni di CO2 e gas serra in atmosfera in quantità spaventose (circa 800 ton/giorno, pari a 292.000 ton/anno) contro la direttiva 2009/28 della E.U. sulle energie rinnovabili e riduzione delle emissioni di CO2equiv. causa di effetto serra, Global Warming e mutamenti climatici catastrofici.

Anche le acque reflue scaricate dall'impianto di Acerra sono gravemente contaminate dagli stessi inquinanti cancerogeni, e non è noto se vengano o meno adeguatamente depurate prima di essere reimmesse nei corsi d'acqua superficiali.

Il suolo e la vita umana, animale e vegetale circostante ad Acerra, per alcuni Km di raggio attorno al centro dell'impianto, vengono contaminati gravemente dall'accumulo sul terreno nel tempo degli stessi inquinanti tossici e cancerogeni scaricati in atmosfera, che riprecipitano al suolo, in particolare diossine, polveri cancerogene contenenti metalli tossici, Mercurio neurologico, gas acidi che generano piogge acide e tossiche distruttrici della vita vegetale circostante e dell'inaridimento dei terreni.

Le scorie e le ceneri volatili (fly-ash) e fisse nella misura del 30% ca. dei rifiuti sono tossiche e cancerogene per la presenza degli stessi inquinanti, più ossidi metallici velenosi, e vengono confinate abusivamente in discariche, fosse o cave circostanti più o meno lecite generando percolato velenosissimo.

Questo genere di impianti inceneritori basato sulla combustione dei rifiuti e sullo scarico diretto dei sotto-prodotti di combustione in atmosfera, nelle acque e al suolo, non può più essere accettato e costruito da società e comunità civili perchè contro l'ambiente, la salute e la salvezza delle popolazioni, ed è proibito dalla direttiva citata della U.E. sulle energie rinnovabili per i danni gravissimi di ogni genere che produce.

In Campania questa situazione ambientale e sanitaria inaccettabile causata da Acerra viene sottaciuta ed ignorata; non si rispettano i diritti delle persone a vivere in un ambiente sano e pulito, si accettano malattie e morti come nulla fosse e come in un paese del terzo mondo in cui la persona non vale e non conta niente, le leggi e disposizioni in merito alla protezione dell'ambiente di vita e della salute della popolazione vengono ignorate e disattese per ignoranza cronica e per ragioni di comodo e di vantaggio pecuniario di chi controlla e gestisce queste situazioni (prende soldi, ma ci rimette in salute pure lui, mentre gli altri ci rimettono solo in salute e salvezza).

Ora nel napoletano si continua a parlare sempre degli stessi "termovalorizzatori" tipo Acerra da parte delle autorità preposte per Napoli e Salerno, come se niente fosse e nulla fosse successo e succedesse dal punto di vista ambientale e sanitario, oltre alla schifezza quotidiana dei rifiuti non raccolti e dispersi ovunque in quantità massicce con danni gravissimi alla comunità, e si mandano avanti appalti presunti sempre degli stessi inaccettabili impianti, nell'insipienza e indifferenza generale per le leggi e per situazioni sanitarie negative assolute, tipiche del terzo mondo.

Questo non è più tollerabile e va cambiato, installando impianti di trattamento dei rifiuti, oltre evidentemente alla raccolta differenziata, cosidetti "Waste to Fuel" che rispettano le normative europee 2009/28 E.U. sulle energie rinnovabili, sulla riduzione delle emissioni di gas serra in atmosfera e sulla riduzione dei consumi energetici da fonti fossili.

Si tratta di impianti che non emettono più gas di alcun genere in atmosfera (quindi né sostanze tossiche e cancerogene, né CO2 e gas serra), non generano ricadute di sostanze tossiche al suolo, non contaminano le acque perchè operano tassativamente a secco e a caldo senza generare acque reflue contaminate (l'acqua di proceso vienne integralmente riciclata e riutilizzata), non emettono alcun tipo di gas ad effetto serra, nè generano Global Warming e mutamenti climatici catastrofici.

Tutto viene riciclato e riutilizzato nell'impianto, trasformando i rifiuti in carburanti liquidi con il processo Fischer-Tropsch (benzina, gasolio e cherosene per jet), senza alcuno scarico secondario nell'ambiente esterno.

Nel processo "Waste to Fuel" da rifiuti solidi urbani a carburanti liquidi, in cui per gni ton. di rifuti si ottengono 2 barili (ca. 250 litri) di carburanti liquidi per trasporti e locomozione, i costi sono interessantissimi ed i prezzi di vendita remunerativi già al di sopra (escluse le accise italiane) di 0,46 $/litro di benzina, pari a 0,34 €/litro.

Un impianto di questo genere è in costruzione a Londra, e chi fosse interessato può approfondire l'argomento su questo impianto londinese da ca. 2.000 ton/giorno di rifiuti greggi (prima della pellettizazione e condizionamento), consultando il link.



in cui sono indicati sinteticamente vantaggi e obbiettivi realizzabili in termini di riduzione del 95% delle emissioni in atmosfera, sottrazione di masse di rifiuti alle discariche, eliminazione delle emissioni di CO2 e dell'effetto serra relativo, riduzione del Global warming e mutamenti climatici, rispetto delle direttive 2009/28 dell'Unione Europea, eliminazione di ogni sostanza tossica e cancerogena emessa.

L'impianto di Londra produrrà 64 milioni di litri/anno di carburanti liquidi (benzina, gasolio e carburante per jet), sufficienti, se fosse tutto gasolio, per alimentare ca. 40.000 automobili e genererà energia elettrica da immettere in rete per ca. 7.000 abitazioni.

L'impianto consiste essenzialmente di:

- Linea di preparazione dei rifiuti pellettizati e condizionati.
- Un Gassificatore catalitico dei rifiuti alimentato a vapore e ossigeno per produrre syngas.
- Un sistema di purificazione a caldo e a secco del syngas prodotto.
- Un reattore catalitico "Steam Reformer" per il condizionamento del syngas e dei gas FTP.
- Un reattore catalitico "Fischer-Tropsch" per la conversione del syngas a carburanti liquidi.

I partners del progetto inglese sono:

- EAST LONDON Community - Major Boris Johnson.
- BRITISH AIRWAYS
- ARCADIS NV - 6800 LE Arnhem - Olanda
- SOLENA GROUP INC. - Washington D.C. - USA.
- RENTECH Corp. - Los Angeles, California - USA.

Altri impianti analoghi modernissimi, gestiti da altri partners titolari di tecnolgie e brevetti, sono in costruzione in Europa, USA e Brasile (Fortaleza), niente a che vedere con i termovalorizzatori obsoleti o con gassificatori tradizionali.


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