In risposta a FareFuturo: cari amici, il vostro è solo FarePassato

par dAW
sabato 12 settembre 2009

Filippo Rossi su FareFuturo, che per capirci è la fondazione di Fini, pubblica “Qualche domanda a chi ci dà dei traditori“: si tratta di una serie interminabile di retoriche domande che cercano di abozzare una difesa dell’operato politico di Gianfranco Fini. Lo strumento di difesa si rivela purtroppo sterile, le domande si rivelano vuote e completamente inefficaci. Ci sembra, tra l’altro, una brutta copia della scuola Berlusconi, quando cioè il Cavaliere si mette nei comizi a fare alcune domande stupidine al pubblico (tipo: volete voi la libertà? volete voi difendere i nostri valori?). Insomma, una palla.

Per questo rispondere a quelle domande non avrebbe senso. Anche perchè, lo ripetiamo, delle posizioni di Fini, nel concreto, qui non si contesta nulla. Ma proprio nulla, anzi. Nel merito siamo con lui. E siamo pienamente soddisfatti della svolta politica e umana di Gianfranco Fini, perchè se si passa dal dichiarare che “un gay non può fare il maestro” all’importante riconoscimento delle unioni civili, beh, questo è indubbiamente un grande passo in avanti. Di civiltà. Quindi è chiaro che anche noi “vogliamo difendere la libertà di coscienza” o “la dignità di ogni essere umano“, e siamo per la “tolleranza” e la “legalità“, siamo per una “destra europea“, siamo contro gli “yesman” e via di questo passo.

Ma c’è un però. Ed è piuttosto grande: riteniamo il metodo-Fini completamente inadatto e totalmente inaccettabile. Intanto: Gianfranco Fini scopre soltanto oggi questi “problemi” del PdL, il partito che lui stesso ha fondato con Silvio Berlusconi? E sul metodo: possibile che non ne esista un altro? L’errore più grande, a nostro avviso, è stata la decisione di voler fare il Presidente della Camera, cioè scegliere di ricoprire un ruolo istituzionale. Da uno come Fini ci si aspetta altro: vogliamo vederlo alle prese con decisioni politiche, con scelte importanti, in pratica lo vogliamo operativo. Non dietro ad una (comoda) scrivania.

Ma fatta questa scelta, a noi sembra avvilente, e un po’ patetico, un Gianfranco Fini ridotto a captare le dichiarazioni di Silvio Berlusconi per poi dettarne la replica via telefono alle agenzie. La sensazione è quella di un Signor No, cioè di un uomo pronto a negare qualsiasi cosa dica il Cavaliere. Anche le più banali. Di un uomo che cerca lo scontro. Prendete la dichiarazione di Fini sul “killeraggio” del direttore dell’Avvenire: perfetto, ma dov’era il presidente della Camera negli ultimi mesi quando del killeraggio era vittima il premier? Perchè se Berlusconi cerca di spegnere – almeno in pubblico – l’incendio, poi arriva Fini con il suo bel carico di benzina. E tutto riparte. Onestamente questo modo di fare può far pensare. E può anche far pensare male, visto che logicamente si va verso un indebolimento politico della maggioranza.

La sensazione che si ha, per carità sbagliata, è quella di un Gianfranco Fini impegnato nel tentativo di distruggere politicamente Berlusconi. E’ questo che vuole Fini? A noi questa strategia ricorda vecchi teatrini del passato, anche recente. Quelli, per capirci, di folliniana e casiniana memoria (teatrini ai quali lo stesso Fini, per la verità, partecipò attivamente). Altro che FareFuturo, questo è solo un triste FarePassato. Il disegno politico di Follini poi col tempo è diventato chiaro, ma quello di Fini, quale è? Uscite allo scoperto, lasciate perdere i giochi, basta con questo sputtanamento collettivo, smettetela con il teatrino. Fini, inoltre, vorrebbe più democrazia interna al PdL: per carità, è sacrosanto. Ma come si chiedono qui, quale diavolo era il grado di “democrazia interna” in Alleanza Nazionale prima del suo scioglimento nel PdL? Onestamente non era questo grande esempio.

In conclusione: no, non siete traditori. E nemmeno Fini lo è. Semplicemente non è e non siete credibili, tutto qui.


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