In questa sinistra non mi riconosco

par Giuseppe Aragno
lunedì 30 marzo 2015

In Italia si è instaurato un regime con evidenti caratteri autoritari, che ha stravolto la Costituzione, cancellato i diritti dei lavoratori, asservito il sistema formativo, ridotto fortemente la libertà di stampa e colpito duramente i pensionati. Un regime fondato su due destre, che utilizzano come arma micidiale le potenzialità repressive del Codice Rocco, nato in epoca fascista: militarizzazione del territorio, violenza delle forze dell’ordine, processi a liberi pensatori e scrittori come Erri De Luca, assoluzioni per gli omicidi degli uomini in divisa, accuse di terrorismo e galera per gli esponenti del dissenso. Non m’importa qui definirne la natura del regime. E’ autoritario e tanto basta.

Questa mia convinzione profonda e dolorosa mi isola, ma l’isolamento non può farmi cambiare idea.

Per me, la sentenza della Consulta che dichiara incostituzionale la legge elettorale da cui è nato l’attuale Parlamento di “nominati”, segna un confine invalicabile tra legalità repubblicana e violenza golpista. Dopo quella sentenza, le opposizioni presenti in Parlamento avrebbero dovuto chiedere immediate elezioni politiche e, in caso di rifiuto, abbandonare le Camere, dichiarare illegittimo il Governo e i provvedimenti approvati dopo la sentenza, rompendo ogni alleanza negli Enti Locali.

Per me, non bastano le chiacchiere sul rifiuto del pensiero neoliberista e sulle politiche di austerity. Penso che l’Europa, così com’è, priva di una Costituzione approvata dai popoli che pretende di unire, sia un aborto, un mostriciattolo senza legittimità. Penso, perciò, che l’Unione Europea non vada riconosciuta, ma combattuta, perché è un’arma puntata contro le classi subalterne.

E’ questa duplice illegittimità a definire, per me, gli schieramenti favorevoli e contrari alla dittatura delle banche e del capitale, di cui in Italia si è fatto garante soprattutto il partito di Renzi, il peggior carnefice dei lavoratori e dei loro diritti dai tempi del fascismo, il vero e principale nemico della repubblica antifascista.

E’ per questa convinzione che mi rifiuto di far parte di qualunque schieramento, gruppo, iniziativa e coalizione sociale disposta a trattare con il PD e i suoi alleati.

Nessuno mi indurrà a riconoscere una qualche legittimità democratica a partiti politici che a Napoli si schierano contro il PD, col quale sono, invece, alleati nel Veneto e in Emilia Romagna. Questi partiti, per me, non combattono il regime, ma come tutte le formazioni collaborazioniste, sono funzionali al sistema di potere autoritario.

Per me, la politica non è solo l’arte di mediare tra posizioni diverse e compatibili. E’ soprattutto capacità di segnare la linea invalicabile che passa tra sistemi di valori incompatibili. Non si può essere antifascisti e stipulare patti di alleanza con i fascisti. In questa sinistra, perciò, io non mi riconosco.


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