In pensione, ma senza liquidazione!

par LIBERALVOX SocialNetwork
martedì 7 aprile 2009

Il governo ha presentato - all’interno del decreto anticrisi, quello che prevede aiuti e incentivi per le industrie, tanto per intenderci - un articolo di legge, secondo il quale le pubbliche amministrazioni possono mandare in pensione i propri dipendenti che hanno raggiunto i 40 anni di contributi includendo nel computo anche gli anni della laurea o del servizio militare, tornando - de jure e de facto - al meccanismo iniziale secondo il quale può essere collocato a riposo anche chi supera la soglia dei “40anni” solo per via dei contributi figurativi (riscatto laurea e servizio militare).

Ma c’è un però. Chi viene mandato in pensione per raggiunti limiti d’età contributiva dovrà, però, aspettare qualche anno prima di vedere la buonuscita. Il neo-pensionato, infatti, non vedrebbe un euro di buonuscita se non dopo il 2013. Il provvedimento se così varato dalle camere, porterà allo Stato qualche risparmio reale, dacchè, mandando "normalmente" a casa un dipendente pubblico, con tanto di liquidazione, non si ottengono grandi riduzioni di spesa, visto che a quel dipendente lo Stato continuerà a pagare la pensione. Anzi, il primo anno si avrebbe persino un aggravio delle uscite, per via appunto delle liquidazioni. Ecco perché qualcuno a Via XX Settembre ha pensato bene di congelare le liquidazioni dei travet. Ma è mai possibile che soltanto in questo modo Tremonti riesce a far cassa?



Sappiamo bene che al bilancio dello Stato mancano soldi e che questi bisogna assolutamente trovarli sia perché è necessario ripianare debiti enormi sia perché bisogna riprogettare il futuro del nostro Paese. La diagnosi è nota a tutti noi e non solo al Ministro Tremonti. E’ la terapia che proponete che non è condivisibile! Il governo ha preso atto che gli servono i soldi e li va a prendere dove è più facile trovarli: nelle tasche dei poveri cristi che non hanno voce, che non hanno mezzi per contrattaccare, che non possono ribellarsi! Servono soldi allo Stato? Che vada a prenderseli dagli evasori fiscali, dai truffatori, dai falsificatori di bilanci, dai corrotti e corruttori pubblici, dai favoritismi di cui la casta si è ingrassata in tanti anni di malaffare e non dagli stipendi e dalle pensioni di chi non riesce ad arrivare a fine mese! Come?

Incentivando il lavoro e l’attività di riscossione degli Uffici finanziari addetti allo scopo, affrontando con coraggio la liquidazione totale degli Enti inutili e spazzando via le oltre 4.000 società pubbliche partecipate da Regioni, Province e Comuni, dove si annidano i più beceri sistemi di familismo con i suoi 255.000 addetti, 26.000 amministratori e 12.000 componenti dei collegi sindacali, nella maggior parte dei casi di nomina politica-clientelare. Quello che il governo deve tagliare non sono le liquidazioni degli impiegati statali, ma gli sprechi, le inefficienze, le ruberie nei rimborsi sanitari, nelle procedure di spesa, negli appalti e nelle consulenze del "palazzo". Ma questo governo, invece di combattere la casta, preferisce prendersela con il pubblico impiego tagliando le buonuscite ed elargendo stipendi e pensioni da fame!


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