In "difesa" di Berlusconi

par Giacomo Giglio
martedì 27 settembre 2011

Ieri il cardinal Bagnasco ha espresso indignazione per i fatti che stanno emergendo sulla vita privata di Berlusconi.

Ieri, quando ho sentito le parole "cariche di indignazione" di Bagnasco, ho tracimato: dalla mia anima, incontrollabilmente, si è levato un moto di solidarietà umana verso Silvio Berlusconi. Non solo perché quel tono da predica domenicale, quel linguaggio involuto da parrocchia che condanna gli "atti licenziosi", che un tempo non avremmo esitato a definire conservatore o sessuofobico, è stato applaudito da pressoché tutta la stampa italiana, ancorché progressista e con credenziali laiche. Non solo perché la Chiesa italiana, ma direi quella mondiale in generale, deve farsi perdonare degli "atti licenziosi" riconducibili alla categoria della pedofilia, cosa ben diversa dalla prostituzione di giovani ragazze compiacenti ed allegrotte.

Ma soprattutto perché Berlusconi oggi è diventato il capro espiatorio, il vitello da sacrificare. Esecrato, abbandonato, isolato. Si noti bene: non per il suo oscuro passato imprenditoriale, per le frequentazioni pericolose, per il famoso conflitto d'interessi. Gli italiani c'erano passati sopra: insomma, lasciatelo lavorare questo self-made man. Cos'è stato che ha fatto franare il consenso berlusconiano? Le puttane. Gli italiani hanno perdonato tutto, ma non possono abdicare alla loro ipocrisia, al bigottismo. E quindi tutti a capofitto, io compreso, a leggere le intercettazioni più piccanti, a cercare di cogliere i particolari più intimi, le famoso "otto davanti alla porta" di cui tutti abbiamo scherzato. 

Berlusconi è stato abbandonato da coloro che lo hanno supportato in questi decenni: la magistratura non lo ha mai amato, giustamente. Ma sentire i predicozzi della Marcegaglia e dei cardinali è tragicomico: questa gente rappresenta in pieno il blocco sociale che ha appoggiato l'ascesa del magnate brianzolo. 

E' ora che "faccia un passo indietro". Ma non fatevi illusioni: non sono diventati tutti all'improvviso fustigatori dei costumi integerrimi. Berlusconi viene fatto fuori perché non ha abbastanza consenso per far ingoiare agli italiani ciò che li aspetta: cioè anni di sacrifici e di ulteriore spinta alla "flessibilità". Per fare questo è molto meglio il manifesto degli industriali. E magari un nuovo cavallo vincente dal nome Montezemolo, o chi per lui.


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