In•citazione N°2: Vincere! Il pdl impazza

par Resist Enza
lunedì 22 marzo 2010

Le parole hanno un sesso, un nome e un cognome. Il 20 marzo, giorno della manifestazione romana del Pdl a piazza San Giovanni, il giornale "Libero" faceva della sua prima pagina un manifesto. "VINCERE", la scritta in lettere cubitali sopra il ritratto di Silvio Berlusconi braccio teso (e pugno chiuso). Le parole prendono un senso dalla bocca di chi li pronuncia. Superare, battere, contrastare vittoriosamente, sconfiggere un avversario, controllare, dominare, domare. In qualunque modo lo si declini, il verbo vincere implica l’annientamento dell’altro e la superiorità di chi lo pronuncia. Al virile urlo guerriero "Vincere!", una solo risposta: Resistere, Resistere, Resistere. 

 

 

 

 

 

 

 

(Piazza San Giovanni fotografata dal terrazzo di Edoardo il vicino di Alessandro Gilioli. A sinistra: il 20 marzo 2010, a destra: il primo maggio 2009)

I numeri non quadrano. Il presidente dei senatori del Pdl Maurizio Gasparri se le presa con il questore di Roma "che evidentemente in preda a stress o in crisi etilica ha diffuso cifre false, in difetto, sui partecipanti alla nostra grande manifestazione". "Siamo abbondantemente oltre un milione" aveva declamato dal palco il coordinatore del Pdl Denis Verdini, organizzatore del raduno. Ma anche la cifra contrattata con la Questura, "In piazza 150 mila", lascia molto spazio ai dubbi.

"Famoli Viola". La messa è stata detta, Berlusconi ha (di nuovo) inviato i suoi devoti ad evangelizzare i pagani in nome dell’Amore: guerra all’odio del Capo dai blasfemi invidiosi democratici. La recita autocelebrativa di un governo che scende in piazza per difendere se stesso e "per verificare se l’esecutivo intenda appoggiare il suo leader".

"L’amore vince sempre sull’invidia e sull’odio". Il popolo della libertà abusata, ha lasciato sul prato di San Giovanni a’munezza del suo odio e stupidità. Tant’è che neanche l’informazione ufficiale osa riportare: folclore lo chiamano. Lo striscione denominato "Tarocchi d’Italia", il Matto: Di Pietro, la Morte: Bonino, la Giustizia: Paolo Borsellino, ucciso dalla mafia il 19 luglio 1992; il Giudizio è lasciato nell’ombra. Accusare gli altri dei propri reati, è questa la mimesis di un popolo che ha dimenticato la parola "Vergogna".
 - aprire separatamente le imagini per ingrandirle -

P.S. da spinoza.it: Cento euro per andare in piazza con Berlusconi. Mille per chi si ferma anche la notte.
P.S. il titolo originale del fotoromanzo della manifestazione su Libero è "Vincere! Il pdl in piazza".


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