In Tv non ne parlano. Quindi non esiste

par Riciard
giovedì 26 febbraio 2009


E’ la malattia dei nostri tempi: in Tv non ne hanno parlato, per cui non è successo.
Come del resto è vero anche tutto il contrario: se un giornalista qualsiasi, un Cucuzza tra i tanti, presenta un asino che vola ed in contemporanea sforna pizzette da un Delonghi parlando della situazione politica della Groenlandia, beh, deve essere vero, è in Tv.

In realtà le generazioni più giovani si sono distanziate, ma pericolosamente da questa tendenza: ad oggi vale l’adagio "L’ho trovato in internet, quindi è vero".

Fatto sta che i canali di internet sono infiniti, ed infinite le quantità di stupidaggini da poterci riversare; fatto sta che in generale no esiste il vero assoluto, tranne che per gli idioti, ma a loro non ditelo, tendono a prendersela a male.

Questo preambolo perchè qui, sotto i vostri piedi, in quella mera espressioncina geografica che si chiama Italia, una città che aveva conquistato i nostri cuori, che lottava, che faceva sentire la propria voce, ad oggi, non esiste più. E solo perchè non è in Tv.

Non sto parlando di Atlantide o di qualche altro mito.

Vicenza.

Vi ricordate questo nome, voglio dire, quella ridente città scolpita nella storia dal Palladio e non solo, una piccola città incantevole. Con accanto un territorio colonizzato per volere dei vari governi che si sono succeduti, ma contro il volere dei cittadini, o quantomeno di una grossa parte di loro.


No dal Molin

Per levarmi immediatamente di impiccio, vi dico che non mi interessa in questo articolo chiarire chi abbia ragione, quali ne siano le motivazioni o cose del genere.
Dico semplicemente che se migliaia di persone sono continuamente mobilitate, ed anche in maniera fantasiosa, se la polizia non permette le manifestazioni, se il governo blocca i provvedimenti da loro chiesti a gran voce e via dicendo, beh, bisognerà quantomeno che se ne parli.

Poi ad ognuno giudicare, ma parliamone.

Non è nemmeno politica estera, non è Africa, è la vostra nazione, che lo vogliate o meno.

D’accordo, magari vi piace di più inebetirvi davanti a Do Re Ciak Gulp ascoltando di quanto possa essere osannato Marco Carta o un nuovo piccolo imbecille che si crede pieno di talento.

Quindi, un buon articolo, e per carità, questo non lo vuole essere, ha anche un fine. Informativo di solito, o quantomeno rivelatore.

Sbagliato, ve l’ho detto, questo non è un buon articolo.
Consideratelo un invito: andate a leggervi cosa succede a Vicenza, e poi parlatene, parliamone.

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