In Italia l’informazione è reticente. Il caso Mills visto dall’estero.

par freesud
giovedì 19 febbraio 2009

Le vicende politiche italiane, spesso manipolate dai media nazionali, assumono la dimensione tragica che meritano se viste con lo sguardo attento e libero della stampa estera. Sempre più spesso i giudizi espressi dai media stranieri, nei confronti del teatrino della politica italiana, sono più attenti e veritieri di quelli di certo giornalismo nostrano.

Negli ultimi giorni, ad esempio, la condanna dell’ex legale di Silvio Berlusconi David Mills a quattro anni e sei mesi di carcere per avere reso falsa testimonianza in due processi, dietro compenso di denaro, al fine di alleggerire le posizioni processuali del Premier, ha trovato ampio risalto presso la stampa estera che gli ha dedicato articoli e prime pagine. Alla reticenza dell’informazione italiana fa da contraltare la chiarezza dei giudizi stranieri, concordi e bipartizan. Il giornale inglese The Guardian si occupa del caso con numerosi servizi e punta l’attenzione sul Lodo Alfano “considerato una priorità del governo Berlusconi” e “Il verdetto di ieri mostra quanto valore aveva quella mossa”.

La BBC  ricorda come la legge sull’immunità sia molto “controversa”. Richard Owen sul sito del Time  commenta “le stranezze della giustizia italiana” osservando come “la cosa più bizzarra è stata forse la decisione del giudice di condannare al risarcimento dei danni in favore dell’ufficio del Primo ministro, perché Mills, e quindi almeno per implicazione Silvio Berlusconi, il Primo ministro, ha deviato il corso della giustizia”, “solo in Italia” può succedere.

Il quotidiano spagnolo El Mundo  titola “Quattro anni di prigione per l’avvocato corrotto da Berlusconi” mentre El Pais scrive che la sentenza “getta un’ombra inquietante” sul Cavaliere considerando paradossale che l’imputato sia stato condannato a risarcire 250 mila euro alla Presidenza del Consiglio “come dire a Berlusconi”.

I giornali francesi sono sulla stessa linea. Le Figaro scrive che “Lo scorso ottobre, Silvio Berlusconi si è messo al riparo della giustizia facendo approvare una legge che gli garantisce l’immunità penale durante il suo mandato alla guida del governo italiano. Immunità che non copre però il suo ex avvocato, condannato per falsa testimonianza in favore del Cavaliere”, “non è il primo avvocato di Berlusconi a finire in prigione” rammentando la vicenda che coinvolse Cesare Previti riconosciuto “colpevole di corruzione di magistrati nell’affare Fininvest”. Le Monde titola sulla condanna per «false testimonianze» a favore di Berlusconi.



Se decidiamo di attraversare l’oceano e volgere lo sguardo verso gli USA la situazione non cambia. I giornali affondano i loro giudizi. L’International Herald Tribune e il New York Times pubblicano un articolo di Rachel Donadio che si mostra sorpreso della scarsa attenzione riservata alla notizia dai media italiani: “La storia del giorno non era quella della corruzione, ma dell’espansione del potere di Berlusconi in Italia”, e così una notizia “che avrebbe mandato in fibrillazione il sistema politico di diversi Paesi”, “non era nemmeno tra i titoli di testa del telegiornale della sera”.

Il servizio che titola “Avvocato condannato per corruzione per aver protetto Berlusconi” spiega come da co-imputato nello stesso processo, Berlusconi sia riuscito a garantirsi l’immunità grazie al Lodo Alfano e come “in 15 anni di dominio della vita politica italiana, sia riuscito a trasformare ogni sconfitta legale in un capitale politico”, "Più Berlusconi riesce a manipolare il sistema a suo vantaggio, più gli italiani sembrano ammirarlo". Tornando sul vecchio continente ci imbattiamo in un articolo di Alexander Stille per il magazine del quotidiano tedesco Süddeutsche Zeitung. Il pezzo pubblicato qualche giorno primo della sentenza Mills fa a pezzi la politica italiana. Con agghiacciante realismo dimostra come l’Italia stia andando “Sempre più a fondo” e implicitamente dimostra il grado di asservimento dell’informazione nazionale e la debolezza di gran parte dell’opposizione che dinanzi a troppe cose preferiscono glissare o rimanere in silenzio. Un silenzio pregno di colpe.

Stille analizza gli ultimi anni della politica italiana senza concedere sconti a nessuno: “La situazione della nazione è disastrosa, la politica è corrotta, l’economia è agli sgoccioli”, “da 14 anni, l’Italia è stata quasi ininterrottamente governata da un capriccioso miliardario con 17 procedimenti penali sulle spalle e che nonostante cio’ ha ancora il supporto di una grande maggioranza degli italiani”, “Da una delle più grandi storie di successo europeo è diventata una delle economie più deboli nel continente”, “Un paese paralizzato e profondamente frustrato, nelle mani di pochi gruppi di interesse, e in una situazione per cui non è né in grado né disposto a cambiare qualcosa. Un paese dove la popolazione è fondamentalmente disgustata dalla classe politica e per questo vota un uomo che per lo meno non nasconde di voler fare innanzitutto i propri interessi”.

Stille non risparmia critiche neanche al centro-sinistra: “Sotto Prodi, l’economia ha proseguito la sua discesa e nel 2006 e nel 2007 sono da segnalare altri due anni di crescita zero. Nello stesso periodo, vanno accumulandosi mucchi di spazzatura e rifiuti tossici a Napoli e dintorni. E nonostante questi problemi i partiti della coalizione di centro-sinistra continuarono a litigare in pubblico. Gli elettori non hanno quindi riscontrato praticamente alcuna differenza tra destra e sinistra e hanno cominciato a considerare la politica nella sua interezza come una casta che si occupa soprattutto della sua auto-conservazione e si distribuisce privilegi straordinari e eccessive prebende”.


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