In Italia i generali sono ancora molto importanti

par Paolo Borrello
lunedì 21 febbraio 2011

Meno risorse per la tutela dei beni culturali (-15,4% nonostante il caso Pompei), per l’istruzione scolastica (-4,8%), per ricerca e innovazione (-6,9%) e per l’immigrazione e l’accoglienza (-8,5% a dispetto dell’emergenza degli ultimi giorni). Ma anche per la competitività e lo sviluppo delle imprese (-18%) e per la realizzazione di infrastrutture pubbliche (-40%).

Tra 2010 e 2011 sono molte le voci di spesa che hanno visto ridursi gli stanziamenti a disposizione. Secondo i dati che emergono dal documento della Ragioneria generale dello Stato sulla spesa delle amministrazioni centrali, in cui vengono messi a confronto gli stanziamenti dello scorso anno con gli impegni di spesa previsti nella manovra per gli attuali dodici mesi, i tagli sono trasversali e riguardano settori di ogni genere. Con un’importante eccezione: accanto alle rimodulazioni al ribasso, emerge infatti l’impennata di oltre il 108% della spesa per le politiche per il lavoro. In particolare le risorse a disposizione per quelle che la Ragioneria definisce le politiche attive e passive del lavoro (capitolo dunque in cui sono inseriti gli ammortizzatori) sono previste in aumento di oltre il 134%.

Grazie alla manovra economica e per effetto della ripresa che “traina l’evoluzione delle entrate tributarie”, sottolinea la Ragioneria, i saldi di bilancio sono in “progressivo miglioramento”, ma la lista dei tagli è lunga: -51% per il turismo, -16% per le politiche a favore dei giovani e dello sport, -2,9% per la giustizia, -14% per l’agricoltura e le politiche agroalimentari, -27% per il commercio internazionale e l’internazionalizzazione del sistema Italia, -12,8% per la casa e l’assetto urbanistico, -20,3% per la tutela del territorio.

Cifre simili si rispecchiano anche nelle risorse a disposizione dei ministeri, quasi tutti colpiti dalla scure della manovra. Complessivamente, in base ai dati raccolti nelle tabelle della Ragioneria, nel 2011 gli stanziamenti a favore dei vari dicasteri diminuiscono infatti di oltre il 7%. I più colpiti sono quello della Salute e quello dell’Ambiente, ma i tagli non risparmiano neanche la Farnesina, il ministero degli Interni e il Tesoro. A guadagnarci sono invece, seppur di poco, il ministero del Lavoro, quello della Difesa, il dicastero delle Infrastrutture e dei Trasporti e, infine, quello dello Sviluppo economico, che segna un consistente incremento a due cifre del 22%. Quindi gli stanziamenti per il ministero della Difesa sono aumentati. Non è noto per quali voci di spesa, ma comunque sarebbe stato opportuno e possibile procedere ad una forte riduzione, almeno temporanea, di questi stanziamenti affinché gli stanziamenti destinati ad altri ministeri non venissero ridotti o quanto meno diminuissero in misura inferiore. E invece gli stanziamenti per il ministero della Difesa continuano ad aumentare, purtroppo. I generali, anche in Italia, contano ancora molto, troppo.


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