Alla voce sicurezza emerge che “dagli inizi degli anni ’90 la criminalità ha fatto registrare una generale diminuzione sia per i reati contro il patrimonio che per gli omicidi. Per gli omicidi, i furti di auto e gli scippi la tendenza alla diminuzione è stata netta e continua. Per i borseggi il calo si è interrotto nel 1998, mentre negli anni successivi l’andamento è rimasto oscillante. Per i furti in abitazione, dopo la diminuzione consistente registrata fino ai primi anni duemila, emerge una certa tendenza alla crescita dal 2006, con forte variabilità variabilità . Il calo delle rapine si interrompe già nel 1995, anno a partire dal quale si evidenzia un’importante ripresa fino al 2007. Negli anni successivi si registra, però, una leggera diminuzione.
Sulla base dei dati, nel 2011 borseggi e furti in abitazione sembrano essere nuovamente in crescita.
Però dal 2002 al 2009 il senso d’insicurezza è aumentato per tutte le classi di età e in modo più accentuato per le donne rispetto agli uomini. Il senso d’insicurezza della popolazione non deriva necessariamente dal livello di diffusione della criminalità, ma anche dal degrado del contesto in cui si vive.”
Con riferimento alle donne si specifica che “sono particolarmente impaurite dal rischio di subire una violenza sessuale, paura che accomuna più di metà del loro genere. D’altro canto la violenza contro le donne, anche se poco denunciata, è un fenomeno ampio e si esprime sotto varie forme. Le donne sono prevalentemente vittime di uccisioni in ambito familiare: dai dati di polizia risulta che, nel 2010, il 44,9% delle donne è stata uccisa da un partner o da un ex-partner (era il 54,1% nel 2009 e il 38,5% nel 2002), il 23,7% da un parente e il 5,1% da un amico. Solo il 14,1% delle donne è stata uccisa da un estraneo, percentuale che è pari al 39,5% per gli uomini. Per questi ultimi, inoltre, è decisamente alta la quota di autori non identificati (44,5% contro il 17,3% nel caso delle donne) e molto bassa quella dei delitti opti operati da partner o ex partner (3,8%) e da parenti 12(%).”
L’indagine sulla sicurezza delle donne condotta nel 2006, che è il quadro di riferimento, offre una visione dettagliata della violenza fisica e sessuale subita dalle donne.“Fondamentalmente sommersa e non denunciata,- si legge nel citato rapporto- la violenza contro le donne assume una connotazione più ampia, trasversale al territorio e alle diverse estrazioni sociali. Il fenomeno si sviluppa soprattutto dentro le mura domestiche, come si è visto analizzando gli omicidi subiti dalle donne. Oltre alla violenza fisica, sessuale, psicologica, le donne subiscono anche lo stalking".
Nel 2006, le donne che nei 12 mesi precedenti l’intervista hanno subito almeno una violenza fisica sono state il 2,7%, per un totale di 568 mila donne, quelle che hanno subito violenza o molestia sessuale sono il 3,5% (735 mila). La violenza subita da un partner o un ex partner ha riguardato il 2,4% delle donne (499 mila).”
A livello regionale, differenze significative si riscontrano per la violenza sessuale nel Nord-est, con il picco in Emilia-Romagna (5,2%), seguita dal Friuli-Venezia Giulia e dal Lazio (4,9%); per la violenza fisica risaltano, invece, il centro Italia e il Sud, con in testa Campania, Marche, Lazio e Toscana. Anche la violenza dal partner è maggiore al Centro e al Sud e minore nelle Isole. Dunque il Friuli Venezia Giulia è da bollettino rosso?
Questi dati, come ricorda l'ISTAT, sono da prendere con le pinze, poiché potrebbero “dipendere dalla disponibilità da parte delle donne residenti nelle diverse regioni a raccontare le proprie storie di vita” ma in ogni caso non sono da sottovalutare in questa società sempre piùmaschilista, patriarcale e violenta, una violenza che in tempo di crisi rischia di diventare normalità diffusa.