Impreparati e cialtroni: quello strano vizio degli italiani di farsi ridere dietro dal mondo

par David Incamicia
lunedì 13 febbraio 2012

Dopo vent'anni di berlusconismo non c'è di che sorprendersi, ma con l'avvento del governo dei capaci pensavamo di essere divenuti tutti un po' più maturi e seri. E invece no.

Le ultime settimane - fra capitani codardi, forconi spuntati e sindaci spalatori - ci hanno regalato una serie di gag davvero niente male per un popolo abituato da sempre a farsi ridere dietro dal mondo. E' nella nostra indole, e non se ne abbiano a male i soliti stagionali dell'ipocrita patriottismo, quelli "che pure gli altri c'hanno i loro difetti".

Noi italiani, per citare "Il Carbonaro", una spassosa striscia pubblicata dal quotidiano online "il futurista", siamo un popolo di "mammoni, piagnoni, pigri e svogliati. Ma anche ipocriti, furbi e paraculi [...] al contempo immorali e moralisti. Siamo tutto e il contrario di tutto, diciamo convinti una cosa e la neghiamo il giorno dopo. Ecco perché veniamo schifati dall'Europa: perché siamo degli spergiuri, dei chiagniefotti, dei tagliagole devoti alla Maronna. Popolo bue, popolo beo, popolo baubau. Portatori di pizza ai citofoni d'Europa, ecco il nostro destino". Ed io sottoscrivo in pieno.

Perché, per citare sempre un intervento della stessa rubrica, "io no, non credo. Non ci credo che questo Paese cambi, che diventi moderno e normale. Sì, fottutamente normale. Io vi odio italiani pecioni, raffazzonati, bugiardi. Sì, voi figli di Pinocchio, voi che sotterrate soldi perché ne cresca un albero, voi che correte dietro al primo Lucignolo, voi che anche quando ragliate da somari la colpa non è mai vostra, voi che pregate la Madonna mentre andate a puttane. No, non cambierà mai nulla in questo Paese. Viziati come quei cani che i padroni lasciano cagare al centro del marciapiede, come quei padroni figli di cane che senza la fattura c'è lo sconto. Vi ucciderei tutti, 58 milioni di volte...".

Esagero? Sono troppo ingeneroso? Sputo nel piatto in cui mangio fin dalla nascita? Può darsi. Ma quando guardo negli occhi i miei ancora piccoli e inconsapevoli figli e penso a quale società li attende, allora detesto me stesso per averli messi al mondo e i miei genitori sessantenni e tutta la loro egoista generazione che ha spremuto questo Paese come un limone vivendo a lungo al di sopra delle proprie possibilità. Per lasciare in eredità un cumulo di macerie sociali, economiche e morali a noi venuti dopo e a chi ancora ci succederà.

Schettino, quel pacioso italiano medio che ha causato la tragedia della nave Concordia, non è come pure alcuni indulgenti sociologi hanno azzardato nelle proprie analisi "un raro ed eccezionale esempio di cialtroneria capitato per caso al posto sbagliato nel momento sbagliato". No, perdio, lui è la regola! Perché di sciagurati simili se ne incontrano a bizzeffe in ogni ambito della società, anche in quelli in cui proprio non dovrebbero stare, e loro sanno bene di non essere l'eccezione né di suscitare, per questo, l'automatico disprezzo di chi li circonda e conosce.

Questo, in fondo, è il Paese del familismo e dei leccaculo; degli idioti che alimentano l'indotto mediatico dei reality; dei Lavitola e degli Schettino; dei Lele Mora e dei Fabrizio Corona; del turismo dell'orrore ad Avetrana; dei milioni di voti a Berlusconi; delle cricche, degli evasori fiscali, della criminalità organizzata. Questo è il Paese in cui uno come me favorevole al nucleare è costretto a votare SI al referendum ben sapendo che a mettere le mani sul business delle centrali sarebbero stati la mafia, la 'ndrangheta o la camorra, magari in combutta con un Anemone o un Piscicelli qualsiasi. Questo è il Paese in cui per ottenere qualcosa basta urlare, minacciare, fare ammuina e dove invece studiare, essere seri ed onesti, rispettare le regole suscita l'ironia della massa e conduce solo all'emarginazione.

O forse bisogna davvero considerare i vergognosi dati statistici che ci riguardano, puntualmente raccolti e diffusi dalle principali agenzie internazionali, inopportune manifestazioni "antitaliane" punto e basta? E' semplicemente un pregiudizio, in Europa e nel mondo intero, verificare e certificare ad esempio che siamo al solito il Paese occidentale più corrotto e in cui si rispettano meno le pari opportunità sul lavoro e in cui si studia, si legge e ci si informa di meno?

In giro ci sarà pure chi non nasconde la sua viscerale antipatia per il nostro modo di vivere e di pensare, ma la verità è che da noi non conta la sostanza ma solo la forma, l'immagine, la finzione. Alemanno, fedele a questa prassi, ha battuto tutti i record e ha trascorso quasi l'intera settimana della bufera di 10 centimetri di neve abbattutasi sulla Capitale con la vanga in mano e le telecamere al seguito.

Ma ha fatto bene, perchè chi l'ha eletto lo vuole proprio così: fasullo, demagogo, scaricabarile e da ultimo perfino complottardo. E il popolo italiano - quello bue, beo e baubau - purtroppo ci mette sempre una vita per accorgersi dei propri errori e di pacchiane storture che altrove non farebbero fatica a individuare e ad espellere.

Pazienza. Senza dissimulare l'indignazione, personalmente continuerò a sputare questa pietanza indigesta fregandomene delle reprimende dei sopracciò assuefatti al sistema (che include a pieno titolo pure quanti berciano contro di esso in nome del popolo, fuori e dentro i Palazzi del potere). E sforzandomi tuttavia di acconciare, per il futuro, un pasto migliore per i miei bambini perché questo è pur sempre il Paese nel quale cresceranno e col quale dovranno fare i conti. E' pur sempre il mio stesso Paese, che credo di amare più di tanti italiani medi prontissimi a difenderlo dagli attacchi esterni ma ancor più a farne scempio dall'interno per il proprio misero tornaconto.

Un Paese che oggi, nonostante i milioni di Schettino, di forconi e di Alemanno liberi di imperversare, nonostante un tessuto sociale profondamente arretrato e una classe politica in larga parte penosa, tenta grazie a Monti e a quanti sinceramente lo sostengono di recuperare un briciolo di dignità e di riconquistare di nuovo il rispetto dell'Occidente.
 


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