Ilva e ambiente: i tecnici confermano il danno ambientale

par luca
martedì 31 gennaio 2012

I tarantini lo sanno, anche senza la prova tecnica. Sanno che l’Ilva crea danni ambientali e sanno anche che i valori di diossina non sono attendibili poiché non misurati di continuo 24 ore su 24. Quando i quattro periti tecnici hanno depositato il 27 gennaio scorso le cartelle tecniche nella cancelleria del gip Todisco, molti hanno detto che non era stata scoperta l’acqua calda.

Certo, avvalorare le tesi di ambientalisti con filmati, foto e denunce fatte in passato, è servito almeno a capire da che parte venivano gli attacchi a Riva e soci.

Si era detto anche che si era calcato molto la mano sull’azienda che a suo avviso aveva fatto molto in campo prevenzione fumi. Vendola stesso si era sentito felice e contento di aver avuto vittoria contro un mostro siderurgico che aveva seguito le direttive regionali in termini di valori di diossina e che aveva, a suo dire, raggiunto la soglia minima che garantiva aria più pulita alla popolazione jonica.

La settimana scorsa, però, nell’inchiesta dei quattro tecnici, si è capito anche che “dallo stabilimento Ilva si diffondono gas, vapori, sostanze aeriformi e sostanze solide (polveri ecc.), contenenti sostanze pericolose per la salute dei lavoratori operanti all’interno degli impianti e per la popolazione del vicino centro abitato di Taranto e dei comuni vicini; sono riconducibili alla stessa Ilva i livelli di diossina e di Pcb rinvenuti negli animali abbattuti, appartenenti agli 8 allevatori parti civili nel procedimento, così come sempre addebitabili all’Ilva sono i livelli di diossina e Pcb accertati nei terreni circostanti l’area industriale di Taranto; all’interno dello stabilimento Ilva non sono osservate tutte le misure idonee ad evitare la dispersione incontrollata di fumi e polveri nocive alla salute dei lavoratori e di terzi". 

Per quanto riguarda i valori i tecnici affermano che "i valori, misurati con gli auto controlli nel 2010, risultano conformi sia a quelli stabili dalle precedenti autorizzazioni che a quelli previsti nell’Aia del 5 agosto 2011. Ma queste stesse emissioni non vengono misurate da un sistema di controllo automatico in continuo, malgrado ciò sia previsto da una legge del 1998, tanto che le emissioni non risultano comunque conformi a quanto previsto dalla normativa nazionale in materia di trattamento termico dei rifiuti. Non risultano, inoltre, seguite le procedure operative per evitare il fenomeno dello slopping (le nuvole rosse che periodicamente si vedono sull’Ilva)".

Quindi tutto adesso è stato confermato da tecnici validi e da strutture legislative che, speriamo, possano dare adito a sanzioni e azioni contro un colosso che continua a mietere vittime.

E così facendo non potranno alcuni dire che solo gli sciocchi ambientalisti no global sono i soliti accusatori di parte e senza prove certe; adesso, quelle, ci sono eccome!


Leggi l'articolo completo e i commenti