Ilva, Landini: no sciopero contro magistrati, sì a crescita

par francesco latteri
venerdì 17 agosto 2012

Contro uno sciopero volto a contrasto dell'azione della magistratura, si è espresso apertamente Maurizio Landini, CGL, prendendo le distanze da CISL e UIL. Non c'è, infatti, come alcuni vorrebbero, la creazione di un precedente per cui sarebbero i giudici a decidere o meno delle aziende ed il quale metterebbe a rischio eventuali investimenti nel nostro Paese.

L'azione tanto dei sindacati quanto della magistratura deve, infatti, avere quale finalità la crescita e lo sviluppo dell'azienda ed è in questo senso che si muove la CGL, ha spiegato Landini. Bene ha fatto. L'azione della magistratura però è indispensabile, come è necessaria la rispondenza dell'operare tanto di singoli quanto di gruppi e collettività, di imprese ed aziende in un corpus legislativo e normativo, che è quello statuito dalle leggi dello Stato.

L'azienda in altre parole non può essere una realtà ed un mondo a sé, quale quello tristemente recentemente scoperto anche nel nostro Paese in diverse fabbriche laboratorio cinesi e non, si veda anche Rosarno, nei quali è legge il caporalato e la parola indiscussa del caporale. Realtà dietro le quali sovente si cela la longa manus della criminalità organizzata. Il principio della produttività non può essere la scusante per l'introduzione del criterio di una extranormazione rispetto alle leggi dello Stato.

E' in questo contesto che va cercata la creazione di uno sviluppo autentico che dia prospettive vere di crescita delle aziende e del Paese. Di contro va osservato che proprio una uscita da questo contesto porrebbe basi per disincentivi ad investire nel nostro Paese. Dalle statistiche risulta, infatti, che molti investitori stranieri sentono disagio ad investire in Italia proprio per la difficoltà creata, dalla extralegalità che connota il nostro sistema e da una inadeguata tutela al corretto operare.


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