Il traffico di organi passa anche da Facebook

par Carla Mereu
mercoledì 12 marzo 2014

 
Il traffico illegale e clandestino di organi è una piaga sociale i cui numeri non mirano ad abbassarsi. Secondo l'OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità) infatti il 5% degli organi utilizzati negli interventi proverrebbe dal mercato nero, per un giro d'affari stimato tra 600 milioni e 1,2 miliardi di dollari
 
Purtroppo i dati sconcertanti a tal proposito non si limitano ai numeri ma riguardano anche le modalità di scambio. Se prima infatti si trattava di un traffico nascosto, fatto segretamente ora il canale più veloce, e a quanto pare, più efficace è la compra-vendita online, persino tramite social network, come ha riportato l'HuffingtonPost
 
Il giornale, rifacendosi a un'inchiesta pubblicata dal Sunday Post afferma che nei tanto amati e usati social network accadono cose altamente illegali, come il traffico di armi e adesso anche il traffico di organi umani. 
 
Il giornalista del Sunday Post ha pubblicato un annuncio su Facebook, fingendo di essere il fratello di una donna malata alla ricerca di un rene sano da trapiantare. In meno di una settimana ha ricevuto 11 risposte, una delle quali dall'Inghilterra, per 30.000 sterline (circa 36.000 euro) e altre da India, Messico e Tanzania. 
 
L'inchiesta ha dato adito a numerose polemiche: premettiamo che sia in Inghilterra che negli Stati Uniti, come praticamente in ogni altra parte del mondo, la compravendita degli organi è illegale, e per una pubblicità come questa effettuata online si rischia la prigione.
 
Si è cercato di andare all'origine del problema e si è giunti ad unica risposta: i soldi; è il fattore economico che sta soprattutto alla base di questi scambi. Lo stesso Sunday Post ha titolato il suo articolo "La povertà spinge le persone a vendere i propri organi sul mercato nero". Nell'indagine viene messo in luce come la disperazione per una situazione economica precaria spinga le persone a un atto cosi terribile, quello appunto di vendere i propri organi per racimolare dei soldi; chi per rientrare nel suo paese d'origine, chi per poter girare il mondo... come testimoniato dai numerosi post pubblicati nella pagina della compra-vendita. La cosa più sconvolgente è come queste offerte di organi siano piene di disperazione: mamme che specificano il loro gruppo sanguigno e si rendono disponibili a viaggiare all'estero per sottoporsi all'intervento (il tutto in maniera illegale), solo per crescere dignitosamente i propri figli. 
 
Ciò che in tutto questo suscita una sensazione di impotenza è la diffusione, ormai dilagante, di questa pratica anche online, ma sopratutto nei social network (strumenti nati per divertimento e svago) nei quali stanno prolificando le attività più illecite. Facebook provvederà immediatamente a eliminare i post e i gruppi in questione, sebbene, purtroppo, questo avrà un impatto insignificante sul traffico illegale in generale. Va, ad onor del vero, precisato che lo stesso social network si è spesso adoperato per vere e proprie campagne di sensibilizzazione: qualche anno fa infatti ha collaborato con il National Health Service per pubblicizzare e permettere alle persone di iscriversi come donatori, oltre che aver permesso in alcuni Paesi di inserire nelle informazioni personali anche il gruppo sanguigno, creando una sorta di banca dati online.

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