Il totem dell’indifferenza

par Mario Monfrecola
venerdì 31 ottobre 2014

Quando un paletto conficcato nel posto-auto diviene spunto di un'amara riflessione.

Osservo il paletto conficcato nel cuore del posto-auto e mi chiedo sconsolato: perché? Questa prassi di assurda normalità è presente in molti condomini del centro città dove la scarsità di spazi farebbe perdere la proverbiale pazienza anche al biblico Giobbe.

La richiesta è superiore alla disponibilità ed il mercato risponde con la solita, spietata legge: l'impennata dei prezzi del parcheggio assume un valore economico sproporzionato ed il proprietario dell'auto è ben disposto a pagare cifre irragionevoli pur di evitare svariati giri del quartiere per pescare il jolly, un minuscolo anfratto - cento manovre - dove depositare finalmente la macchina.

In una metropoli, chi ha la fortuna di possedere un piccolo garage all'aperto è conscio dell'importanza del patrimonio e protegge il prezioso tesoretto con ogni mezzo.

Con un effetto domino incontrollato, infilare un palo di ferro nell'asfalto del parco per impedire agli altri di occupare un bene a noi assegnato, diviene un'abitudine accettata, una consuetudine naturale, un metodo di difesa che non scandalizza nessuno.

L'assuefazione alla anormalità genera «mostri» ai quali ben presto ci adeguiamo senza più sdegnarsi. Gli abusi edilizi, il decoro urbano maltrattato, la sporcizia lungo i marciapiedi, le piccole grandi inciviltà quotidiane sono la triste testimonianza di una indifferenza galoppante che il paletto conficcato nel posto-auto denuncia ogni giorno.


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