Il sindaco Pd di Terni critica la sentenza Thyssen

par Paolo Borrello
lunedì 18 aprile 2011

Le condanne emesse dalla Corte di Assise di Torino nei confronti dei dirigenti della Thyssen sono state accolte positivamente da quanti le hanno commentate, a parte i difensori degli imputati. In realtà quelle condanne sono state criticate, inopinatamente, da esponenti politici umbri, interessati a quanto deciso dai giudici torinesi perché la Thyssen gestisce un’azienda molto importante per Terni e l’intera regione, la “Acciai Speciali”.

Il sindaco del Pd di Terni, Leopoldo Di Girolamo, temendo le conseguenze della sentenza del Tribunale di Torino nei confronti dell’azienda della propria città, ha dichiarato “Mi sembra che questa volta la giustizia sia stata ingiusta e abbia calcato troppo la mano. E’ una decisione che non capisco. Al di là delle pene personali inflitte ai 6 imputati e sulle quali solo chi conosce pienamente gli atti può dare una valutazione, sulle altre questioni di primo acchito credo che la sentenza sia punitiva nei confronti dell’azienda e dei lavoratori che ora si troveranno in difficoltà”. E il presidente della Provincia di Terni Feliciano Polli, sempre del Pd, ha rilevato che, nel pieno rispetto dell’autonomia della magistratura, la sentenza emessa dalla Corte d’Assise di Torino appare eccessivamente dura nei confronti della stessa Thyssenkrupp, del suo amministratore delegato, Harald Espenhahn, e degli altri dirigenti. Secondo il presidente lascia sconcertati nell’esito e preoccupa fortemente per gli effetti sulle prospettive di una grande azienda, l’Ast-TK, impegnata in una durissima competizione internazionale. Più articolate le valutazioni della presidente della Regione, Catiuscia Marini, e dell’assessore regionale allo Sviluppo economico, Gianluca Rossi, entrambi del Pd, anche loro. Dopo aver rilevato che “Questa sentenza di condanna richiama alla forte responsabilità delle imprese nell’assicurare le garanzie di sicurezza nei luoghi di lavoro, condizione imprescindibile rispetto al più generale diritto al lavoro. In questo senso ne cogliamo il tratto innovativo”, hanno aggiunto: “Al tempo stesso la presenza della multinazionale Thyssen Krupp nella nostra regione, che ha negli anni acquisito e rilanciato l’industria siderurgica di Terni e dell’Umbria, non può non destare alcune preoccupazioni nelle istituzioni e delle forze economiche e sociali dell’Umbria, qualora le responsabilità civili e penali individuabili fossero trasformate in una sentenza di condanna rivolta all’azienda in quanto tale.

In particolare, dalle anticipazioni giornalistiche, se confermate dal testo definitivo della sentenza, ricaviamo una preoccupazione circa il divieto a garantire da parte delle istituzioni nazionali e locali le opportunità incentivanti il mantenimento dell’attività imprenditoriale ed occupazionale nel nostro territorio. La storia di Thyssen Krupp Acciai Speciali di Terni è caratterizzata, infatti, da una significativa presenza industriale fatta di investimenti tecnologici ed industriali, di rafforzamento delle condizioni di sicurezza per i lavoratori e di una forte integrazione con il tessuto economico e produttivo in Italia, in Umbria e a Terni”. Hanno poi sottolineato “Il rispetto della sentenza, anche per il suo valore sociale, non può comportare un venir meno dell’attenzione delle istituzioni nei confronti della multinazionale tedesca in Italia e nella nostra regione. La Regione Umbria, dunque, ancora una volta si confronterà con il management aziendale e sarà al fianco dei lavoratori, soprattutto in questa fase onde evitare che le decisioni autonome e da rispettare della magistratura si traducano in affrettate e preoccupanti decisioni sul futuro di questo gruppo in Italia”.

Mi sembrano particolarmente criticabili i giudizi espressi dal sindaco di Terni e dal presidente della Provincia, i quali hanno chiaramente ed esplicitamente definito la sentenza “punitiva”, “eccessivamente dura”. Io capisco che un sindaco e un presidente di una provincia debbano essere preoccupati della possibilità che vi siano dei pericoli per il futuro di un numero molto consistente di posti di lavoro, ma anche per loro dovrebbe essere prioritario l’interesse generale, il rispetto di principi fondamentali quali la sicurezza sui luoghi di lavoro. Tutto il resto deve, o almeno dovrebbe, venire dopo.


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