Il salvataggio amaro ma necessario

par Rocco Pellegrini
mercoledì 1 ottobre 2008

I mercati sembrano scommetere sull’idea che alla fine il congresso ingoierà il rospo ed approverà il piano proposto da Bush

La politica amerianca non è nuova a salvataggi di imprese private fatti col denaro pubblico.

C’è un bell’articolo in rete che ricorda tutti i salvataggi realizzati dal governo americano dal 1970 ad oggi: per permetterci di visualizzare le dimensioni li rende
in bolle di diversa grandezza.

Non c’è dubbio che quello che ieri è stato respinto dal congresso è la bolla di gran lunga più grossa di tutte le altre.

Un grosso rospo da ingoiare per il paese che della cultura liberista fa un idolo per tute le cause.

La scelta del congresso ha gettato nel panico le borse di tutto il mondo.
Tanto per citare qualche dato delle grandi e grosse della rete Google ha perso l’11,61%, Microsoft ha perso l’8,72%, Apple il 17,92%, insomma caporetto.
Stamatina i mercati europei che ieri, avendo sentore delle difficoltà di convincere i membri del congresso da parte dei leaders dei due partiti, avevano registrato grossissime perdite, dopo un’apertura molto nera hanno cambiato rotta ed in questo momento, mattina del 30 settembre 2008, dopo aver recuperato le perdite iniziali sembrano scommettere sull’idea che il congresso, alla fine, approverà il salvataggio con qualche emendamento e nell’insieme dirà di si.

C’è, però, una complicazione grossa che rende questa operazione difficile, molto difficile da realizzare.

Quando è stato annunciato il piano negli USA c’è stata una grossa rivolta che prima è scoppiata nei blog e poi ha coinvolto il sistema dei media. La società statunitense è molto più darwinista di noi.

Così come noi italiani siamo, in generale, inclini a perdonare gli americani sono inclini a condannare esaltando la responsabilità individuale.

Tra l’altro tra poco ci saranno le elezioni e queste non solo riguarderanno l’elezione del presidente ma anche quelle di molti congress men, il che spiega la loro vicinanza al volere popolare.

Infine lo sviluppo della crisi sta avvantaggiando Obama che, secondo Gallup e molte altre polls, sembra aver beneficiato della crisi economica prendendo un largo vantaggio. Questo spiega perchè i repubblicani siano stati i più avversi al salvataggio proposto da Bush.



Tuttavia sono convinto che il progetto, emendato e reso più mordace, alla fine sarà approvato.

Innanzitutto i futures sul mercato americani non sono negativi.

Poi la pressione di tutto il mondo sugli USA è impressionante.

L’europa ha scoperto ieri di non essere immune al contagio con problemi per banche olandesi, belghe, tedesche ed inglesi.

Pure il nostro Unicredit, che ha perso ieri il 10% ed oggi un ulteriore 4% circa, non è sembrato immune dal contagio americano.

Non parliamo poi dei mercati asiatici o di quello brasialiano che sono apparsi in terribili difficoltà.

Dunque il congresso ingoierà il rospo e gli altri paesi faranno la loro parte.

Sembra, addirittura, che la BCE sia pronta ad un una riduzione di mezzo punto del
tasso di sconto europeo.

In fondo è la cosa migliore per tutti, anche per ciascuno di noi.

O preferite la carestia e la bancarotta?

 

 

 


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