"Il rosso e il blu", un film sulla scuola che convince a metà
par angelo umana
mercoledì 26 settembre 2012
I cinefili reduci da ottimi film sulla scuola, del passato prossimo o del passato lontano, come La scuola (con Orlando e la Buy), Essere e Avere, La classe, Monsieur Lazhar e, perché no, anche Precious, possono rimanere delusi da Il Rosso e il Blu di Giuseppe Piccioni, che affronta talmente tanti temi e problemi dei ragazzi-studenti e del mondo degli adulti, da non approfondirne quasi nessuno e da risolverli, cinematograficamente, tutti con qualcosa che sembra suonare come un “e vissero felici e contenti”.
Il giovane insegnante supplente con gli occhi dolci, Scamarcio, riesce a rendersi gradito o interessante con la studentessa Angela che di scuola non vuole saperne e con la classe intera, slegata e dotata di spinta “centrifuga” (ognuno per conto suo); l’anziano professore provocatore e sparasentenze Herlitzka ritrova il piacere della scuola e della vita per via di una ex sua allieva che inaspettatamente lo cerca; la direttrice Buy senza prole riesce a far sentire amato il ragazzo Brugnoli la cui madre pare sparita.
In queste sistemazioni artefatte e nel finale edulcorato consistono i limiti del film. Nella realtà tutto può essere ma la scuola vera sembra andare diversamente. Prova ne sia che la sala dove il film veniva proiettato in anteprima, presentato dal regista in persona, dapprima manifestava approvazione, anche con risate, poi l’interesse era scemato, silenzio e quasi noia, come per una commediola qualsiasi, con più di qualche ovvietà, pur con almeno i tre attori citati e perfino la presenza di Gene Gnocchi, tutta gente di un certo peso nel cinema italiano, che però infine fa qualcosa di cabarettistico.
Il regista presentando il suo lavoro ha citato Truffaut: “Bisogna dire cose importanti senza averne l’aria”. Ci è riuscito ma le tante situazioni, le tante fotografie di realtà variegate, fanno risultare tutto poco importante. Si è augurato nella presentazione la benevolenza degli spettatori: ma la benevolenza l’ha perseguita con facce note e scenette.