Il rivoluzionario messaggio del governo e di “Avvenire”: fate più figli
par UAAR - A ragion veduta
mercoledì 26 marzo 2014
Il timore che il declino italiano sia irreversibile viene frequentemente a galla. La stessa ascesa di Matteo Renzi è vista da diversi commentatori come una sorta di ultima spiaggia per il Paese, ma al capo del governo viene tuttavia rimproverato da altrettanti commentatori la predilezione per una politica degli annunci. Il tempo dirà se e quando si passerà dalle parole ai fatti. Ma c’è sicuramente un annuncio che è meglio non divenga proprio realtà.
Lorenzin non entra nei dettagli del piano, a parte comunicare l’intenzione del governo “di rimettere mano ai ticket sanitari tenendo conto dei carichi familiari”. Laddove parla di voler reinvestire nella stessa sanità i maggiori risparmi elenca possibili destinazioni, ma non questa. Poca cosa, insomma: forse soltanto compiacenza nei confronti dell’interlocutore. La stessa ministra sostiene del resto che c’è “un’altra emergenza che va superata: abbiamo il blocco del turn over, i medici giovani non entrano più”. Difficile che la situazione possa migliore, in futuro, aumentando ulteriormente i giovani in cerca di un posto.
Ma al quotidiano della Cei sono entusiasti e suonano la grancassa. Appare un nuovo articolo di Stefania Careddu che vuole darci conto del “grande interesse che suscita la proposta”. Gli intervistati sono in realtà tutti cattolici vicini agli ambienti ecclesiastici: ma si sa, da quelle parti non si guarda troppo per il sottile. Eleonora Porcu, responsabile del Centro sterilità dell’Ospedale Sant’Orsola di Bologna, si allinea alla ministra e chiede a sua volta un approccio “non ideologico”, anche se in pagina risuona soltanto il tradizionale natalismo di matrice cattolica. Porcu esprime l’esigenza di una “rivoluzione culturale”, ma nel titolo “culturale” non c’è, e a diventare rivoluzionaria è incredibilmente la proposta della ministra:«Il piano per la fertilità? Una rivoluzione». Non male per un mero annuncio, la mera espressione di un intento.
Nell’articolo troviamo anche le opinioni di Quagliariello, Gasparri e Buttiglione (il pluralismo, come si nota, impera) e di Paola Ricci Sindoni, presidente dell’associazione cattolica Scienza & Vita, che chiede di “ribaltare l’idea che una giovane donna debba forzatamente scegliere tra i figli e il lavoro, concezione che decenni di campagne hanno consolidato”. Quali campagne, scusi? Ma non basta ancora. Avvenire, ormai lanciatissimo, intervista anche il demografo Gian Carlo Blangiardo, anch’egli di Scienza & Vita, secondo il quale “un piano può salvare l’Italia”. Perché, con tanti saluti al passaggio al sistema contributivo, “quei figli pagheranno le pensioni di chi altrimenti non le avrà”. È per questo scopo che si devono fare figli, secondo i pensatori cattolici?
La disoccupazione giovanile è ai massimi storici; aumentano i licenziamenti, il precariato e il ricorso alla cassa integrazione e ai contratti temporanei; si allunga l’età pensionabile rendendo difficile il ricambio generazionale; c’è persino chi prevede che, nel medio periodo, tredici milioni di lavoratori italiani saranno sostituiti da macchine. E una ricca organizzazione di celibi cosa fa? Invita tutti a fare più figli. Ma dove vivono?