Il ritorno della recessione, primi commenti

par Paolo Borrello
giovedì 16 febbraio 2012

Un Paese è ufficialmente in recessione, secondo gli economisti, quando, in due trimestri consecutivi, si verifica una riduzione del Pil. 

Secondo i dati forniti dall’Istat, nel quarto trimestre del 2011 il Pil è diminuito dello 0,7% rispetto al trimestre precedente. E nel terzo trimestre del 2011 il Pil si era già ridotto dello 0,2%.

Quindi l’Italia è ufficialmente in recessione. Inoltre, il Pil è anche diminuito rispetto al quarto trimestre del 2010, dello 0,5%. E questa è la prima riduzione “tendenziale” (così viene chiamata una riduzione calcolata rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente) dal quarto trimestre del 2009. Per quanto concerne l’intero anno 2011, il Pil è cresciuto lievemente, dello 0,4%. Si può aggiungere che la riduzione complessiva, verificatasi nel quarto trimestre, è stata determinata da una diversa evoluzione dei principali settori: il Pil è aumentato nell’agricoltura, è diminuito nell’industria ed è risultato stabile nel terziario.

I primi commenti a questi dati sono preoccupati. “L'Italia sta sprofondando nuovamente nel tunnel della crisi e nella recessione più buia, dopo che nel 2010 vi erano stati segnali di ripresa”. Ad affermarlo in una nota è il Codacons commentando i dati Istat sul Pil.

Per l'associazione di consumatori il rischio “è che ora il Pil, destinato inevitabilmente a crollare nel 2012, resti sotto lo zero anche nel 2013, cosa che avrebbe ripercussioni occupazionali devastanti, dato che sarebbero definitivamente strangolate anche le imprese che sono riuscite a sopravvivere all'anno più buio, il 2009”.

L'agricoltura, ha rilevato il presidente della Cia, Confederazione italiana degli agricoltori, Giuseppe Politi “è l'unico settore produttivo che cresce”.

L'incremento “non deve, tuttavia, trarre in inganno. Le imprese – ha sottolineato Politi - continuano a essere in grande affanno sempre più strette da pesanti costi produttivi e gravosi oneri contributivi e burocratici, che con la manovra del governo Monti cresceranno ulteriormente. Mentre i prezzi praticati sui campi, dopo un momento di ripresa, segnano di nuovo un calo. Oltretutto non sono stati recuperati i crolli degli ultimi anni”.


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