Il ricordo di Dalla Chiesa e le ombre nere dell’eccidio di Via Fracchia

par Antonio Libonati
martedì 4 settembre 2012

"Il generale Dalla Chiesa è rimasto nella memoria collettiva un simbolo di rigore morale, un esempio di vita al servizio dello Stato. Spero che questo ricordo resti scolpito per sempre nella memoria dei giovani italiani". Così Mario Monti, nel trentennale della morte celebratosi ieri, ha ricordato il generale Carlo Alberto Dalla Chiesa, ucciso il 3 settembre 1982 dalla mafia.

La memoria collettiva, tuttavia, deve essere nutrita fino in fondo. A trent’anni dalla morte del generale è opportuno se non doveroso ricordare, proprio in funzione di quella memoria collettiva richiamata da Monti e da praticamente l’intera stampa nazionale, una vicenda destinata a rimanere per sempre un mistero, il lato oscuro di Dalla Chiesa.

Genova, Via Fracchia, quartiere Oregina. E’ il 28 marzo del 1980 e sono le 2.42 del mattino. Annamaria Ludmann, 32 anni, Lorenzo Betassa, 28 anni, Piero Panciarelli, 25 anni, Riccardo Dura di 30 anni, stanno dormendo. Si tratta della colonna genovese delle Brigate Rosse.

A Genova le BR nelle settimane precedenti avevano ucciso quattro carabinieri. Gli investigatori sono sulle loro tracce da giorni, e quella notte Dalla Chiesa decide che è giunta l’ora del blitz. Almeno trenta gli uomini del reparto antiterrorismo, carabinieri e personale del Nucleo operativo, fanno irruzione nell'appartamento all’interno 1 del civico 12.

I primi spari dopo aver sfondato la porta. L'esatta dinamica degli avvenimenti non è stata ancora perfettamente ricostruita. Il comunicato ufficiale dei carabinieri parla genericamente di conflitto a fuoco, ma fu forte la sensazione che i quattro vennero uccisi nel sonno, come appare dalle immagini successivamente pubblicate dai giornali, che mostrano i quattro semisvestiti e in pigiama.

Una esecuzione, come molta parte dell’opinione pubblica e della stampa compresero presto. Qualche tempo dopo il blitz Giorgio Bocca intervistò il generale Dalla Chiesa, chiedendogli se ai quattro brigatisti fu data la possibilità di arrendersi o furono uccisi subito: “Non mi disse chiaramente che li avevano ammazzati ma il tono usato per parlare rivelava intransigenza, durezza. Per me, al di la delle parole, non andò come era stato raccontato nella versione ufficiale".

Fu così che lo Stato mostrò di saper adottare la linea dura, ma per farlo si è messo sullo stesso piano dei terroristi. Può darsi che Via Fracchia sia stata la risposta dello Stato alle BR, per mano del Generale Dalla Chiesa. Un servitore dello Stato morto per mano mafiosa, che è giusto celebrare. Ma spesso, quando la luce è più forte, le ombre sono più nere.

Ad agitarsi, in questo caso, sono le ombre di quattro cadaveri in fila lungo un corridoio stretto. Giustiziati. Ombre di cui è giusto parlare, che è giusto ricordare. 


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