Il rapimento della piccola Sofia e le nostre colpe
par ggv84
martedì 28 gennaio 2025
Una breve riflessione sui fatti di Cosenza, ovverosia del rapimento di una neonata (Sofia) all'interno di una clinica da parte di una aspirante mamma che aveva simulato gravidanza e parto, al punto che l'intera famiglia ci aveva anche creduto, con tanto di festicciola organizzata.
Tra citazioni di Oriana Fallaci e desiderio assoluto di un figlio, la signora Rosa Vespa non sembrava avere dato grossi cenni di squilibrio. Invece la signora soffriva di pseudociesi, ovvero una falsa gravidanza, in genere di natura psicologica o neuroendocrina, ed innescata dal desiderio eccessivo di essere madre.
Faccio una premessa doverosa (dovrebbe essere scontato, ma tra analfabeti funzionali e precisetti vari bisogna ribadire anche l'ovvio): ciò che la signora ha messo in atto è assolutamente illegale ed è giusto che venga sottoposta ad un regolare processo ed eventualmente paghi le sue colpe; ovviamente prima dovrebbe essere sottoposta ad una perizia psichiatrica e ad un eventuale trattamento conseguente per quel che concerne la pseudociesi.
Si, perché qua sta il nocciolo della questione. Mettiamo un attimo da parte i ragionamenti "di pancia" e analizziamo la vicenda dal punto di vista scientifico. La pseudociesi ha due principali cause: una neuroendocrina, l'altra psicologica.
Per quanto riguarda quella neuroendocrina, è un dato più oggettivo: il dosaggio degli ormoni FSH, LH, della prolattina e del progesterone, associati rispettivamente ad amenorrea e lattogenesi, possono giungere ad una diagnosi clinico-laboratoristica e quindi un possibile trattamento.
Più complessa invece l'eziogenesi psicologica, su cui non voglio soffermarmi troppo.
Tuttavia, mi sento di affermare quanto segue: come persone e come società dobbiamo farci tutti un esame di coscienza. Per ogni volta che abbiamo trattato le donne come delle mere incubatrici, buone solo a fare figli, a cui abbiamo dato una data di scadenza biologica (manco fossero degli yogurt), inducendole a figliare senza prima chiedersi se sono davvero in grado di farlo e come. E nel caso in cui non vogliano o non possano, discriminarle, guardarle male, dir loro che non valgono nulla in quanto inutili. Fare figli perché si. Una sorta di obbligo non scritto.
Ecco, riflettiamo e guardiamoci allo specchio prima di giudicare con così tanta facilità. Di certo non abbiamo rapito noi la piccola, ma certi atteggiamenti possono essere stati il mandante implicito.
Ciò ovviamente non vuole certo sminuire nè giustificare la gravità del rapimento. Tuttavia non fermiamoci a puntare il dito e cominciamo tutti a sentirci in colpa. Ammetterlo, con un po' di vergogna, può essere una prima soluzione al problema.