Il proclama fascista di Grillo Giuseppe, detto Beppe

par Fabio Della Pergola
sabato 7 dicembre 2013

Che Grillo avesse tendenze fascistoide si era capito da tempo. E la lista di proscrizione dei giornalisti "ostili", l’ultima trovata del novello duce in orbace, non fa che confermarlo.

Che alcuni grillini condividessero queste tendenze lo sospettavo da quando ne ho avuta esperienza diretta; e ne ho anche scritto tempo fa in un articolo di cui ripeterei ancora oggi ogni singola parola.

Il che non mi fa affatto piacere, sia chiaro, non perché mi facciano paura le minacce anonime o mi indispettiscano le offese, ma perché so bene che nell’area (purtroppo) affascinata da questo inquietante ciarlatano c’è un consistente numero di persone con le quali sarei dispostissimo a discutere anche accanitamente, ma senza alcuna preclusione, di politica. Da quella spicciola fino ai massimi sistemi; condividendo sicuramente molti dei loro temi e delle loro critiche al sistema dei partiti, al sistema bancario e finanziario, al sistema fiscale e pensionistico, al sistema sociale e culturale eccetera.

Ferma restando una profonda critica e una totale indisponibilità in particolare (ma non solo) alla rigidità con cui interpretano e hanno interpretato nella pratica politica, la logica del “né con la destra né con la sinistra” rendendo sterili la bellezza di otto milioni di voti. O, culturalmente, l’idea che destra e sinistra siano categorie superate. Che è una vera balla.

Detto questo, la lista di proscrizione dei giornalisti - con tanto di nome, cognome e foto con cui si è indicata Maria Novella Oppo dell’Unità al pubblico ludibrio - è inaccettabile.

E’ un comportamento non più fascistoide, ma fascista nel senso pieno della parola.

Fra gli eletti del M5S solo il senatore Orellana si è dissociato rendendosi conto della pericolosità delle parole di Grillo. Solo lui merita quindi rispetto. Tutti gli altri eletti, se non prendono chiaramente e pubblicamente le distanze da quest’ultima infamante trovata del loro capoccia, si schierano apertamente e pubblicamente a favore di un atto fascista. Spero che sia rimasto loro quel minimo di lucidità per capire che, tacendo, si rendono corresponsabili di una logica repellente e potenzialmente pericolosissima per la vita delle persone coinvolte e per la sostenibilità di un sistema democratico che mai come in questi ultimi anni è parso così fragile ed esposto a venti gelidi d'altri tempi.

Spero che se ne rendano conto e che parlino con parole chiare e non equivocabili di condanna, perché, tacendo, dichiarano apertamente e pubblicamente di condividere atteggiamenti, proclami e azioni dichiaratamente fasciste.

Non si stupiscano poi se come tali saranno quindi definiti, che a loro piaccia o non piaccia. Si decidano adesso perché questa è la linea di demarcazione netta che separa la legittima critica politica delle (altrettanto legittime) critiche giornalistiche da un proclama fascista contro la libertà di stampa.

Per quanto mi riguarda io - nel mio piccolo - mi firmo con nome e cognome. E sono dalla parte di Maria Novella Oppo, di Toni Jop, dell’Unità e di quanti, su qualsiasi media, pretende il diritto di criticare perfino il signor Grillo Giuseppe, detto Beppe, dal momento che ha deciso di diventare un personaggio pubblico di cui abbiamo non solo il diritto, ma ovviamente anche il dovere di occuparci.

E se adesso volete aggiungere il mio nome alla lista di proscrizione, fate pure. Sinceramente me ne impippo.

P.S. Uno che in altri tempi si comportava con i giornalisti nello stesso modo, e proclamando ad alta voce l'onestà della sua gente (ma poi si è visto come è andata a finire) lo potete vedere in questo interessante video d'antàn: 


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