Il processo Scopes cent’anni dopo
par UAAR - A ragion veduta
venerdì 27 giugno 2025
Nel 1925 il “processo della scimmia” segnò lo scontro tra scienza e integralismo negli USA. Proprio il 25 maggio il docente John T. Scopes veniva incriminato per aver insegnato l’evoluzionismo. E ancora oggi il creazionismo influenza politica e scuola, minando la laicità e promuovendo l’ingerenza religiosa nell’istruzione. Analizza il tema Nicola Nobili sul numero 2/2025 di Nessun Dogma.
Nel 1925 gli Stati Uniti erano un Paese benestante e progressista. Le donne avevano il diritto di voto. In Europa c’erano sovrani per volere di Dio, negli Usa c’erano diritti ed elezioni libere. La gente ballava al suono del jazz e sognava grazie alla nascente industria cinematografica.
Fino a fine ottocento, le istituzioni statunitensi erano state piuttosto laiche. Alcuni dei Padri fondatori si dichiaravano non cristiani. La Costituzione americana non invoca un Dio: comincia con We, the people. Tra otto e novecento, con un lento, paziente lavoro, che continua ancora oggi, certi gruppi integralisti cristiani cominciarono a penetrare la politica, l’istruzione, i mass media.
In questo contesto in Tennessee una legge, il Butler Act, vietò che si insegnasse la teoria dell’evoluzione di Darwin nelle scuole. A proporla fu John Washington Butler, ricco agricoltore e parlamentare del Tennessee. Costui riteneva che: «La Bibbia è il fondamento su cui è costruito il Governo americano […] L’evoluzionista che nega la storia biblica della creazione, nonché altri racconti biblici, non può essere un cristiano […] mina le fondamenta del nostro Governo».
Butler non era un fanatico puritano, quanto piuttosto uno sprovveduto. Era un brav’uomo, incline ad abbracciare l’aspetto della sua religione che esprime l’amore, anziché la punizione: «Non credo […] che Dio condannerebbe un uomo solo perché non ha mai sentito parlare del Vangelo» [1].
Purtroppo era anche ignorante: come ammise egli stesso, non conosceva Darwin: «Non sapevo nulla sull’evoluzione quando ho introdotto la legge. Avevo letto sui giornali che c’erano ragazzi e ragazze che tornavano a casa da scuola e dicevano ai loro padri e alle loro madri che la Bibbia era tutta una scemenza» [2].
Il testo del Butler Act è il seguente: «Viene statuito dall’assemblea generale dello Stato del Tennessee che sarà illegale per qualsiasi insegnante di qualsiasi università, scuola di specializzazione per insegnanti e in tutte le altre scuole pubbliche dello Stato, che sono sostenute in tutto o in parte da finanziamenti scolastici pubblici dello Stato, insegnare qualsiasi teoria che neghi la storia della Divina creazione dell’uomo come viene insegnata nella Bibbia, e insegnare al suo posto che l’uomo è disceso da un ordine inferiore di animali».
La proposta destò non poche perplessità, ma venne approvata perché Butler era influente tra i battisti, religione dominante nel Tennessee. In seguito Butler ammise: «Non avevo proprio idea che la mia proposta di legge avrebbe sollevato un tale polverone. Pensavo semplicemente che sarebbe diventata legge e che tutti l’avrebbero rispettata, e che non avremmo mai più sentito parlare di evoluzione nel Tennessee» [3].
Pochi mesi dopo un giovane insegnante, John Thomas Scopes, violò la legge, spiegando Darwin in una scuola di Dayton, Tennessee. Venne arrestato e cominciò uno spettacolo tragicomico. Il processo, detto monkey trial (processo delle scimmie), fu il primo ad attirare l’attenzione mediatica: il tribunale era zeppo di giornalisti e per la prima volta venne ammessa la radio in aula. L’America si spaccò in due: ben prima del verdetto in tribunale, ognuno aveva già deciso con chi schierarsi. Il processo Scopes fu un affascinante duello tra due dei migliori avvocati d’America e tutto ciò che rappresentavano.
L’avvocato dell’accusa era William Jennings Bryan, un uomo che aveva alle spalle una carriera politica in cui si era battuto per molte cause meritevoli: ridurre la giornata lavorativa a otto ore, salario minimo, diritto allo sciopero per i sindacati, suffragio femminile. Non era affatto un bigotto ignorante, quindi, ma purtroppo credeva in un’interpretazione letterale della Bibbia. Qualsiasi cosa indebolisse il suo credo era pericoloso per la società.
L’avvocato della difesa era Clarence Darrow, uno scettico dichiarato. Quando gli venne chiesto se era agnostico, rispose: «Lo sono, e non considero un insulto, ma anzi un complimento essere chiamato agnostico. Non fingo di sapere ciò di cui molti ignoranti sono sicuri». Nel 1929, lo stesso Darrow avrebbe dato alle stampe il saggio Why I Am an Agnostic, in cui dichiara: «Il timore di Dio non è l’inizio della saggezza. Il timore di Dio è la morte della saggezza. Lo scetticismo e il dubbio conducono allo studio e all’indagine, e l’indagine è l’inizio della saggezza».
Darrow cominciò asserendo che il Butler Act era incostituzionale, perché conferiva un privilegio a una religione rispetto alle altre. Perché si cita la storia della creazione nella Bibbia e non nel Corano? Rispose l’accusa: «Non siamo un Paese pagano, quindi è chiaro che la legge preferisca la Bibbia al Corano».
Darrow sostenne quindi che la teoria dell’evoluzione non è in contrasto col racconto della creazione; per provarlo, chiamò a testimoniare otto scienziati di varie discipline. Solo uno però, uno zoologo, venne ammesso al banco dei testimoni: il giudice Raulston proibì l’interrogatorio degli altri sette ritenendoli «non rilevanti al fatto». In effetti il giudice non parve molto imparziale per tutto il processo.
Bryan invece si scagliò contro l’evoluzione, perché a suo dire non solo era immorale insegnare ai bambini che l’uomo fosse un mammifero, ma per giunta che discendesse «Neppure dalle scimmie americane, bensì dalle scimmie del Vecchio Mondo».
Verso la metà del processo, Darrow segnò un punto a suo favore: commentando le parole «creazione divina come viene spiegata nella Bibbia», insinuò un dubbio: quale Bibbia? All’epoca nel Tennessee si leggeva la Bibbia di re Giacomo. Darrow evidenziò come quella traduzione dall’ebraico fosse piena zeppa di errori.
L’ultimo giorno del dibattimento Darrow ebbe un colpo di genio, a buon diritto passato alla storia: chiamò a testimoniare Bryan, l’avvocato dell’accusa. Il giudice Raulston era in imbarazzo: la possibilità di chiamare a testimoniare la controparte non era contemplata dalla legge! Astutamente, disse a Bryan che se avesse avanzato un’obiezione, l’avrebbe accolta, ma che se voleva testimoniare, non ci vedeva nulla di male.
Bryan accettò la sfida di Darrow, che l’interrogò in qualità di esperto della Bibbia. L’interrogatorio è affascinante, vale la pena leggere gli atti del processo o guardarne la bellissima resa cinematografica nel film …E l’uomo creò Satana con Spencer Tracy.
Darrow cercò di dimostrare al collega che la Bibbia contiene ambiguità e contraddizioni, quindi non può essere presa come indicazione per stabilire leggi o teorie scientifiche. Per esempio, in Genesi si dice che Caino si sposò: da dove sbucava la signora Caino? Bryan rispose e non rispose: «Lascio che siano gli agnostici a darle la caccia».
Poi Darrow chiese a Bryan se sapeva quante persone vivessero nell’antico Egitto: se dopo il diluvio tutta l’umanità era ricominciata da appena otto persone, all’epoca in Egitto dovevano esserci quattro gatti, ma per costruire una piramide ci vuole uno Stato di decine di migliaia di persone. A ogni domanda Bryan rispondeva in modo indisponente: «Non mi interessa». «Io credo nella Bibbia». «Me lo dica lei se lo sa». Darrow perse la pazienza: «Lei insulta qualsiasi uomo di scienza e di cultura al mondo, perché non crede nella sua sciocca religione».
Il vice di Bryan avanzò un’obiezione: «Vostro Onore, dove vuole andare a parare Darrow con queste sue domande?». Prima che questi potesse rispondere, Bryan replicò: «Vuole gettare nel ridicolo tutti coloro che credono nella Bibbia», ma Darrow lo corresse: «Abbiamo l’obiettivo di impedire ai bigotti e agli ignoranti di prendere il controllo sull’istruzione negli Stati Uniti» (questa frase mi fa rabbrividire: i bigotti e gli ignoranti sono più vicini a questo obiettivo oggi rispetto al 1925).
Il 21 luglio 1925 vi fu il verdetto. Colpevole. La sentenza fu un colpo di scena: ammenda di 100 dollari (1.700 dollari odierni, una miseria), la pena minima prevista dal Butler Act. Ci rimasero male tutti. I creazionisti volevano una pena esemplare; per la difesa anche un solo dollaro di ammenda sarebbe stata un’ingiustizia. Fu una sentenza “di comodo”: la corte non voleva sbilanciarsi a favore dell’una o dell’altra fazione, quindi dando un contentino ai creazionisti, ma con una punizione ridicola per gli evoluzionisti, salvava capra e cavoli.
L’appello fu il capolavoro del machiavellismo: rilevata una piccola violazione procedurale nel primo processo, venne annullata la sentenza, ma Scopes non venne mai dichiarato innocente. Non poteva appellarsi ulteriormente, non essendo più soggetto ad alcun provvedimento, mentre l’accusa non poteva proseguire perché il processo era stato annullato. Nessun colpevole, nessun innocente, nessuna sentenza e tutti vissero infelici e scontenti.
Gli strascichi del processo Scopes furono enormi.
- La scelta ardita di Darrow di interrogare la controparte fu discussa dalla Corte costituzionale, che decise che un avvocato può chiamare a testimoniare la controparte, chiudendo la lacuna legislativa.
- i parlamenti di Mississippi e Arkansas, sulla scia del dibattito scatenato dal processo, approvarono leggi analoghe al Butler Act, che rimasero in vigore per decenni.
- da allora, l’America è divisa tra evoluzionisti e creazionisti; questi ultimi sarebbero circa il 44% della popolazione secondo sondaggi recenti, una percentuale che nessun politico può ignorare.
Forse vi siete accorti che ho citato la teoria di Darwin ma non ho mai parlato del suo contenuto: non ha importanza. È una teoria scientifica; l’unica cosa che può confutarla, o modificarla, non è una sollevazione popolare, una credenza ideologica o l’interpretazione soggettiva di un vecchio libro sacro. Può farlo solo un’altra teoria scientifica.
Dal 1925 in America ci sono state battaglie senza esclusione di colpi da parte degli integralisti cristiani per cercare di togliere finanziamenti alle scuole pubbliche, imporre l’insegnamento della Bibbia e la preghiera cristiana nelle scuole, influire sui corsi di scienze su basi ideologiche. Il motto degli Stati Uniti sarebbe E pluribus unum, ma da metà novecento è sempre più sostituito da In God we trust. Questa deriva religiosa e antiscientifica dovrebbe essere fonte di preoccupazione.
Nicola Nobili
Approfondimenti
- Ray Ginger, Six Days or Forever? Tennessee v. John Thomas Scopes, Oxford University Press, 1958.
- Idem.
- Hariman, Robert. Popular Trials: Rhetoric, Mass Media, and the Law. Tuscaloosa, University of Alabama Press, 1993, p. 57.
- Descrizione completa del processo a opera di Nicola Nobili sul canale YouTube Sapiens Sapiens
- Trascrizione completa di tutte le sessioni del processo
- Riassunto della vicenda, in inglese
- Filmato d’epoca
- Testo integrale del volumetto Why I Am an Agnostic di Clarence Darrow, in pdf
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