Il premier al citofono. Matteo Salvini

par paolo
giovedì 23 gennaio 2020

Nella vita può succedere di tutto. Il concetto di limite esiste in matematica ma non nelle attività umane, dove la realtà supera spesso la fantasia.

Da bambini una forma di divertimento era quella di far squillare il campanello dei citofoni e poi scappare a gambe levate. Uno scherzo che rappresentava una sorta di affermazione, una dimostrazione di esistenza, un atto liberatorio. Era l'Italia post bellica nella quale ci si divertiva con poco, visto che non si disponeva di nulla, fatta eccezione di un pallone di cuoio cucito dietro il quale correre tutto il giorno. Personalmente, anche se il mio curriculum infantile risulta tutt'altro che immacolato, non l'ho mai condiviso. Una certa ammirazione, da adulto, l'ho invece provata quando ho saputo che Beppe Grillo, mio coetaneo, aveva elaborato una forma più raffinata nel rompere le balle al prossimo. Il disgraziato legava con un cordino i pomelli dei portoni condominiali e poi suonava tutti i campanelli. Siccome non esistevano ancora i videocitofoni, facile immaginare il casino che combinava e le maledizioni che raccoglieva. Certo non ammiro il gesto in se ma ne ammiro il salto di qualità, l'elaborazione verso la perfezione tecnica, seppure in un campo non proprio edificante. 

A distanza di molto tempo mi capita di vedere un adulto barbuto, seguito da un codazzo di ammiratori e l'immancabile scorta di polizia e carabinieri, fare la stessa cosa al citofono di un condominio. Ma invece di scappare, alla malcapitata che risponde se nesce con un " scusi signora lei abita al primo piano.. mi può dire se spaccia la droga ... perché mi dicono ... ". La famiglia citofonata, superfluo specificarlo, è di origine tunisina. L'intera vicenda, videofilmata è stata riversata sui social come da prassi consolidata del cazzaro verde, che giutifica il gesto insensato con un estemporaneo " non ho paura a denunciare chi spaccia, anzi inviterò le autorità a prendere nota ... ". Qualcuno ha invitato il cuor di leone verdognolo, magari senza scorta armata, ad andare a fare la stessa sceneggiata al citofono di un camorrista, se ne ha il coraggio. La vicenda offre la plastica dimostrazione di cosa è in grado di combinare un personaggio del genere. Intanto la famiglia di origine tunisina presa di mira intende esporre denuncia per molestie e diffamazione, mentre il gesto sconsiderato ha provocato la reazione durissima del governo tunisino, con tasto di protesta ufficiale. 

Bene, se pensavamo che dopo Silvio Berlusconi e Matteo Renzi, questo popolo sciagurato avesse raggiunto un punto di caduta finale nella ricerca dell'autodistruzione civile, adesso abbiamo la conferma che il peggio deve ancora venire.

Perché, incredibile ma vero, c'è una sostanziosa parte del popolo italiano, in preda a frenesie irrazionali ad alto contenuto di imbecillità, che questo improbabile aspirante alla conduzione della sesta o settima potenza economica del mondo, lo vuole fare PREMIER .

Auguri.

Foto: Pixabay

 


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