Il pregiudizio disabile

par Bernardo Aiello
sabato 31 luglio 2010

E’ successo ancora; questa volta a Gaetano, che è iscritto ad un corso di formazione per operatore turistico e che, per questo motivo, dovrebbe partecipare ad uno stage in una agenzia di viaggi. Sembrerebbe che le agenzie di viaggi non gradiscano stagisti disabili. Ed il vostro reporter, testimone di fatti, ne da notizia.

 

Non è la prima volta che accade che vi sia una vittima del pregiudizio disabile e non sarà l’ultima ed accadrà ancora a Gaetano, come a Nino, come a Tiziana e così via.

I genitori di Tiziana, adolescente, l’hanno ritirata da un Liceo scientifico cittadino perché il preside aveva assicurato loro inesorabile, perpetua bocciatura della figlia disabile; oggi Tiziana, che ha poi potuto frequentare un istituto magistrale non riservato alla top class cittadina e non razzista, è stata ammessa ad un dottorato presso l’Università Ca’ Foscari di Venezia, in un contesto di civiltà ben differente da quello meridionale di degrado civile, morale, economico, in una parola di degrado umano.

Nino, invece, è in fibrillazione: alla veneranda età di quarantatre anni ha trovato lavoro grazie alla sua licenza media, dopo decine di selezioni in cui si è visto superare da disabili stranamente in ottima salute. Nino, oltre la licenza media, ha una laurea in economia, una laurea in scienze della formazione e un master in bioetica. Scrive sistematicamente articoli sulle riviste on line specializzate in bioetica. Tutto questo non gli è mai giovato ed oggi è in fibrillazione perché, dopo quarantatre anni di inutili tentativi, sembrerebbe che sia riuscito ad accedere al mondo del lavoro grazie alla sua licenza di scuola media inferiore. Nella migliore delle ipotesi lo metteranno a fare fotocopie, ma va bene anche così.

L’elenco delle vittime del pregiudizio disabile è lungo, ricorda quello, immenso, delle vittime del pregiudizio razziale nella Germania di Hitler come nell’America dell’apartheid e ha fatto ricordare al vostro reporter un fatto di tanti anni fa: quando la striscia di Panama era sotto l’occupazione del Grande Fratello statunitense, che difendeva le magnifiche sorti e progressive dell’umanità in una con ai suoi traffici commerciali attraverso il canale.

A quell’epoca il signor Guglielmino, un omone malgrado il nome, faceva il capo-cantiere per una grande impresa di Catania, l’impresa dell’ingegnere Colombo, che a Panama doveva costruire una centrale elettrica. Gli abitanti di Panama hanno la pelle scura, retaggio degli schiavi di origine africana che nelle piantagioni caraibiche producevano lo zucchero per il tè dei sudditi di Sua Maestà britannica e per i dolci delle massaie francesi. Gli occupanti yankees, invece, erano di pelle bianca ; come il signor Guglielmino. Il signor Guglielmino era giovane e privo di pregiudizi razziali; soprattutto in campo femminile. Una domenica si era preso la jeep dell’impresa, vi aveva caricato sopra la bella segretaria creola dell’ufficio ed era andato con lei in gita.

Orbene, dovete sapere che tutte le jeep hanno un impianto frenante alquanto improbabile e, se non azioni due o tre volte il pedale, tiri dritto senza frenare. Fu così che il signor Guglielmino fini addosso ad un poveretto fermo ad un incrocio, sfasciandogli la macchina mentre la jeep non si faceva neanche un graffio. Immediatamente intervenne una pattuglia di sceriffi e multò il panamense perché era stato lui ad investire Guglielmino facendo marcia indietro (sic !!!). Quando i due sceriffi andarono via, il signor Guglielmino si fece due risate con il povero panamense: lui non aveva alcun pregiudizio razziale come quello degli sceriffi, per i quali, quello che era in effetti successo, non valeva granché, valeva il colore della pelle dei due guidatori.

Chissà se per Gaetano sarà possibile trovare una agenzia di viaggi che la ragioni come il signor Guglielmino. E, comunque, anche in tal caso Gaetano sarà sempre in attesa della prossima volta in cui un razzista, poliziotto o giudice, docente o pubblico funzionario, troverà il modo di violentare la sua umanità con il pregiudizio disabile.


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