Il pensiero complesso di Vendola sull’Ilva non piace ai suoi follower

par Francesco Arnaldi
lunedì 13 agosto 2012

Il presidente della regione Puglia scrive un breve pensiero su Facebook in riferimento all'Ilva.

Qualche anno fa, qualcuno parlava di convergenze parallele, di certo non penso si possa paragonare la figura di un grande statista come Moro a Vendola, se non altro per il sacrificio reso alla Nazione e perché il Presidente di Sinistra Ecologia e Libertà ha ancora molto da dimostrare in campo, per non rimanere un'eterna promessa, come quegli atleti che nella prima gara fanno il botto e lasciano intendere che cambieranno il volto del mondo (sportivo e in questo caso politico) e poi si perdono dietro le mille luci dei riflettori, ma di sicuro c'è che stavolta deve aver preso una grossa cantonata.

Anche se traspare, grosso modo, il senso del discorso, cioè mediate tra un futuro che vuole un ambiente più salubre e un presente di grossa crisi che chiede il lavoro e la spinta economica, il politichese sembra farla da padrone nel suo post di Facebook, scritto sulle vicende attuali dello stabilimento di Taranto:

"Lo sguardo di chi governa deve pesare ciascuno dei beni da tutelare, deve custodire tutte le promesse di futuro, ma soprattutto deve sentire la responsabilità di evitare che vinca il caos, e che l’ardire utopico dei pensieri lunghi si pieghi alla disperazione di un presente immobile, quasi divorato dal suo passato."

Ed infatti i commenti si sprecano da "ma che ti sei fumato?" di G. Marchese a "xxxxx, poi ci si lamenta perchè berlusca vince le elezioni........ma vai a zappare la terra xxxxxxxxxx....." di Nipote dei fiore, fino alle critiche più costruttive di Paolo Vallino "un buon politico deve farsi capire anche da chi ha la terza media, dagli operai, dai contadini e dai pensionati provenienti da una vita di umile lavoro... qui Ruby non c'entra niente. Questo è solo fare lo snob, compreso da chi snob forse lo è altrettanto...".

Insomma i follower di Nichi non hanno gradito che una persona, attenta come lui a rimanere a contatto con il suo elettorato, abbia lanciato un messaggio così poco concreto, si capisce bene che la necessità, oggi più che mai sia "pane al pane e vino al vino".


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