Il nuovo logo Rai: diciamolo, fa un po’ schifo..

par L’89
giovedì 20 maggio 2010

Quando mi capita di guardare la Rai, da sempre, ho la sensazione d’annusare una vecchia bottega di chincaglieria, come quella di1984. Un luogo senza tempo, dove idee e stile si cristallizzano. E’ così per la fotografia e il piano sequenza dei programmi, i faccioni e l’effetto satinato, il glitter e la grafica pacchiana. Tanto da far apprezzare e a pieni voti l’infografica di Mediaset, ardita e fresca, rispetto a quella di viale Mazzini. Pensate alla prima Rete4, con la “R” gialla. E pensate alla Rai. Pippobaudo.

Il pallino per lo stile, e l’abbiamo capito, alla tv di stato l’hanno avuto raramente. Lunedì ha debuttato il nuovo logo. Nei decenni, il simbolo Rai sovrimpresso allo schermo è sempre stato zero, un testo in stampatello, niente numeri, a tradire visivamente la plateale posizione di monopolio. Fino all’inspiegabile farfallina con le ali a profilo d’anziano, una perfetta sintesi fra terza età e gusto kitsch per la bigiotteria.

Lunedì, dicevo, il nuovo logo. Un quadrato pieno, scritta Rai con lo stesso lettering. Quadrato vuoto con numero di fianco. Prima osservazione: il testo è troppo grande.


Seconda, il numero è gigantesco.

Terzo, il contornato del quadrato col numero è troppo spesso.
Quattro, il trasparentato, che funziona per simboli complessi (vedi quelli Mediaset), meno per figure dal contorno marcato.

Quinto, mentre scrivo sull’Uno il logo è grande e sovrasta la più alta delle due bande nere ai lati dello schermo. Sul Due è piccolo e più in basso. Da ultimo e più importante, l’inspiegabile posizionamento sullo schermo, in alto a destra (ok è ottimizzato per il digitale, ma è comunque osceno).

Mi chiedo: chi l’ha concepito? E chi ha pagato chi per concepire il tutto, cosiderando che in una qualsiasi facoltà d’architettura un qualsiasi studente avrebbe saputo fare di meglio? Poi grazie al cazzo che i Santoro t’abbandonano la scialuppa.
U‘


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