Il Movimento Cinque Stelle tra immigrazione e carcere: l’inganno del "popolo delle scimmie"

par l’incarcerato
giovedì 10 ottobre 2013

Probabilmente in un futuro lontano e quando lo scenario sarà cambiato, in un ipotetico dopoguerra (in questo caso una guerra a colpi di "bombe" finanziarie), sui libri di sociologia il fenomeno grillino e la confusione mentale della base di sinistra verranno ampiamente studiate. Ci sarà una post-modernità liquida, e studieremo con calma questo nostro periodo storico dominato da crisi economiche e istituzionali; e con un vuoto (una voragine) delle idee progressiste colmato da comici, giornalisti reazionari, da burattini teleguidati e dal passaggio dalla "telecrazia" (il periodo berlusconiano) alla "retecrazia" (il periodo della "democrazia liquida" tramite la rete, quindi un orrore).

Il collante tra alcune forze "finte progressiste" e il movimento (o pseudo tale) grillino è il legalitarismo, cioè l'idea che le ingiustizie sociali possano essere risolte tramite i tribunali. E hanno, quindi, fatto strada al "populismo penale": termine coniato dal giurista francese Denis Salas e da quello domenicano Eduardo Jorge Prats per definire una strategia diretta ad ottenere demagogicamente il consenso popolare.

Il movimento grillino (ma anche alcuni "strati" di una certa sinistra, quella che definisco "legalitaria") si presenta esattamente come quello che Gramsci definì "il popolo delle scimmie". Ovvero quello "di inserirsi nella massa con uno strano e bislacco miscuglio ideologico di imperialismo nazionalista, di vero rivoluzionarismo, di sindacalismo nazionale". Ed è, in chiave moderna, esattamente quello che sta accadendo.

Cosa è accaduto? Dato che il Presidente Napolitano aveva "imposto" (tramite messaggio) al Parlamento di discutere al fine di approvare un'amnistia o un indulto, vista la situazione gravosa delle carceri, i grillini, il solito giornale (la gazzetta delle procure, Il Fatto Quotidiano) e il solito Marco Travaglio si sono scatenati: "L'amnistia serve per salvare Berlusconi". 

E' chiaro che in realtà, da formazione populistica e fortemente reazionaria, il M5S sa che il "popolo delle scimmie" non potrà mai accettare l'idea che lo Stato possa essere clemente verso chi ha sbagliato. Questo popolo è composto da coloro che urlano: "I delinquenti devono marcire nelle galere". 

Ma cos'altro è accaduto? Travaglio (il vero teorico di questo Movimento Cinque Stelle) ha scritto l'indomani un pessimo editoriale intitolato "Amnesia e indulto". Il solito editoriale alla "popolo delle scimmie" dove con astuzia racconta (e chi conosce davvero il problema, si arrabbierebbe e indignerebbe) la storiella secondo la quale l'amnistia favorirebbe Berlusconi, gli altri politici, banchieri e così via. 

Ma fa di più! Oltre alla vergognosa proposta nel riaprire le famigerate carceri di Pianosa e dell'Asinara, dice altro. Seguitemi bene, è qui il nocciolo della questione. Prima dice (per far finta di essere di sinistra, "il miscuglio ideologico", giusto per citare nuovamente Gramsci) che bisognerebbe abolire le leggi come quella del reato di clandestinità, e poi miserevolmente dice che (con l'amnistia e l'indulto) l'Italia risulterebbe "paradisiaca" per gli altri migliaia di immigrati clandestini dediti a delinquere. 


Travaglio è l'unico fenomeno che è capace di dire tutto e il contrario di tutto in un solo capoverso. Inoltre continua con "disonestà" (i dati dello scorso indulto smentiscono la sua certezza) a dire che ad esempio un ipotetico indulto metterebbe in pericolo la società. Dice che se escono dal carcere, per "indole"(!) ritornerebbero a delinquere. Dice che il lavoro fuori non c'è, e quindi ritornerebbero a rubare. Sono argomentazioni fasciste e naziste, credo che sia chiaro.

Il Movimento Cinque Stelle ha raccolto tutto questo e l'indomani ha presentato un emendamento (con il voto favorevole del Governo) per l'eliminazione del reato di clandestinità. Per un momento c'è stata una certa euforia da parte di chi, come me, è sensibile al tema dell'immigrazione. Ma poi tutto è diventato chiaro, semplicemente hanno messo in pratica il bipensiero che serve come grande strumento di controllo: fare una cosa e il suo opposto. 

In pratica il "bel gesto" dei grillini è stata un'astuta strategia per mantenere l'impianto principale della famigerata Bossi-Fini, far credere che così "giustizia è fatta" ed evitare di essere additati come razzisti. Grillo infatti scrive subito il post: "Dopo l'emendamento del M5S il clandestino rimane comunque clandestino, ma sarà più facile procedere con le espulsioni".

Esattamente quello che "l'esperto" Travaglio dice da sempre. 

Il fatto curioso è che moltissimi elettori grillini hanno ugualmente infestato con commenti di protesta il blog Grillo: evidentemente la base è ancor più a destra di Grillo.

Concludo rievocando ancora l'editoriale di Travaglio, che esordisce dicendo: "Basta, signori. Basta. Piantatela di scaricare sulla gente onesta gli effetti della vostra incapacità e illegalità. Perché prima o poi, nel loro piccolo, anche gli onesti s’incazzano." 

Queste parole, dopo aver letto il delirio reazionario dell'editoriale in questione, risuonano inquietanti. No, non mi inquieta Travaglio che da piccolo faceva il chierichetto e si eccitava leggendo Camillo Benso Conte di Cavour, ma mi inquieta chi raccoglierà la sua minaccia. Altri "uomini qualunque" che sapranno guidare "il Popolo delle Scimmie", ma più pericolosi.


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