Il mondo intero ha un solo grande problema: gli esodati

par alfadixit
venerdì 22 giugno 2012

C’è un’enfasi sospetta sulla questione “esodati”, nonostante la soluzione sia già stabilita da tempo. Tutti a carico dello stato, cioè dei lavoratori.

Ormai è diventata una vera e propria ossessione. La sola cosa certa è che la morbosa attenzione con cui media, sindacati e politici si sono lanciati sul “dossier esodati” puzza di faziosità, e molto anche. Sembra che si voglia sfruttare la questione più per mettersi in evidenza, per ostentare attenzione verso persone in difficoltà, piuttosto che per il problema in sé. 

La valenza psicologica della “pietas” ha sempre la sua bella importanza politica, altrimenti non si spiegherebbe come il problema di qualche migliaio di persone, seppur cruciale, sia divenuto essenziale per il sistema paese. Addirittura una questione di vita o di morte per il governo. 

Tanto come andrà a finire è scritto da anni. Gli esodati, tutti, verranno messi a carico della collettività, entreranno cioè orgogliosamente a far parte della più grande categoria del nostro paese; i pensionati. Del resto ne hanno il sacrosanto diritto, si dice. Questa è la soluzione verso cui tutti spingono, dai sindacati ai politici, una soluzione facile e indolore.

Chi di diritti, invece, non ne ha neppure uno siamo noi lavoratori, quelli veri intendo. Noi non abbiamo il diritto di ribellarci al saccheggio degli stipendi, non abbiamo il diritto di rifiutarci di mantenere un mare magmun di persone che non si è neppure guadagnato la propria pensione. Saremo spremuti a vita per reggere una pletora infinita di lavoratori e non, messa a riposo con un metodo di calcolo assurdo (il retributivo con 35 anni di contributi) che ha regalato soldi a tutti, depredando chi lavora.

Del resto non è un caso che il nostro paese ha il poco invidiabile record mondiale di pensionati. Tanto per capirci in Germania il rapporto tra contribuenti e pensionati è di 2,0 ovvero 39 milioni di contribuenti contro 19 milioni di pensionati, simile in Francia con un rapporto 1,9 (14 milioni di pensionati per 26 milioni di contribuenti).

Da noi in Italia il suddetto rapporto è quasi unitario, 18 milioni di pensionati, ma con solo 22 milioni di contribuenti. E se vogliamo parlare della Gran Bretagna si sappia che il numero fatidico vale 2,6 e cioè 11 milioni di pensionati per 29 milioni di contribuenti, mentre negli USA sale addirittura a 3,3 con 45 milioni di pensionati contro 150 milioni di contribuenti. Tutti dati reperibili nei siti dell’Unione Europea.

Il fatto è che da noi, con molta irresponsabilità, o forse per calcolo politico/sindacale, tutti i problemi sono scaricati sui lavoratori, considerati piuttosto "bestie da soma" che non persone. Le risorse del paese, quelle cioè prodotte dal lavoro, sono investite in larga misura proprio nelle pensioni.

Si pensi che, dice sempre la Commissione Europea, il 15% del Pil è utilizzato in Italia per le pensioni, un altro bel record, contro il 6% in Irlanda, giusto per fare un esempio. Altro che ricerca, istruzione, innovazione o crescita. La bocciofila e la pennichella sono le attività più gettonate degli abitanti del bel paese. Gli altri sono poveri sfruttati. 

Mi ha colpito il fatto che, recentemente in Svizzera, dove, da sempre, si va in pensione a 65 anni e col metodo contributivo, hanno più volte bocciato la proposta di aumentare le ferie. Mi chiedo che esito avrebbe avuto lo stesso referendum proposto in Italia. Di certo Landini avrebbe quantomeno invocato il sacrosanto diritto al riposo.

Siamo un paese che crea “posti di pensione”, più che di lavoro, e gli esodati non smentiranno di certo la tradizione. Ancora una volta tutti a carico della collettività. Mi chiedo, allora, perché i sacrifici debbano essere tutti a senso unico, perchè invece di pensionare gli esodati non possano tornare al lavoro, magari part time, contribuendo anch’essi alla “cosa pubblica”.

Mi chiedo perchè “pennichella e bocce” debbano essere una prerogativa solo di alcuni privilegiati. Eppure, cara signora Camusso, io un’idea l’avrei. Perché il costo degli esodati non lo carichiamo sugli stipendi di sindacalisti, giornalisti e politici? Del resto sono proprio quelli che la questione la stanno cavalcando a dovere. Sono certo che la soluzione sarebbe presto trovata, e sono altrettanto certo che sarebbe ben diversa da quella proposta oggi con forza.


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