Il mistero dei bond americani: seconda puntata

par Elia Banelli
sabato 18 luglio 2009

 

E’ ancora senza soluzione il mistero dei bond americani sequestrati lo scorso 3 giugno nella stazione di Chiasso, al confine con la Svizzera.

I media nazionali hanno praticamente ignorato la notizia. Ne parla solo il quotidiano “Liberazione” il 14 luglio, con un articolo a firma Luigi Grimaldi.

Per ora si hanno i nomi definitivi dei due uomini fermati, al cui interno della valigetta sono stati rinvenuti ben 134,5 miliardi di dollari non emessi dalla Fed: Mitsuyoshi Watanabe e Akihiko Yamaguchi.

Due finanzieri “navigati”, già coinvolti nel 2004 in un’emissione non autorizzata di bond giapponesi (il caso “Japanese 57 Series Bond”) del valore di 500 miliardi di yen l’uno.

Yamaguchi sarebbe inoltre un dirigente del Ministero delle Finanze nipponico, cognato di Toshiro Muto, ex Vice governatore della Banca del Giappone (indiscrezioni non confermate).

E’ ancora da accertare l’autenticità dei bond sequestrati, titoli esclusi dalle normali negoziazioni finanziarie e disponibili solo nelle transazioni tra Stati e governi.

Si tratta di 249 titoli, 10 Kennedy Notes da un miliardo di dollari l’uno e 239 titoli del Tesoro Americano da 500 milioni di dollari a testa. La prima scoperta interessante è sui Kennedy Notes: non sarebbero buoni del Tesoro ma vera e propria carta moneta, biglietti da un miliardo di dollari ciascuno.

Le “super-banconote” sarebbero state emesse nel 1998 senza il timbro della Federal Reserve (che ha smentito ufficialmente il suo coinvolgimento). Inoltre rientrerebbero in una speciale emissione su un ordine esecutivo 11.110, firmato il 4 giugno 1963 dal presidente John Kennedy (che aveva ripristinato per il governo Usa il potere di emettere moneta) escludendo il Congresso e la Fed. Dopo l’assassinio di JFK le banconote emesse furono ritirate dal mercato. L’ordine esecutivo 11.110 non è stato però mai abrogato di fatto.

Secondo le stime nel 1998 il 99% delle banconote in circolazione appartenevano alla Federal Riserve mentre l’1% era costituito da "Banconote degli Stati Uniti". La stampa delle due banconote è praticamente identica, salvo l’incisione del nome. Inoltre quelle della Federal Reserve hanno marchio e numero di serie verdi, quelle degli Stati Uniti rossi. Quindi, dalle foto scattate dalla Guardia di Finanza, le banconote sequestrate a Chiasso apparterrebbero visibilmente al Ministero del Tesoro Usa e non alla Fed (credibile dunque la sua estraneità nell’oscura vicenda).

Bisogna ricordare nel 1998 la grave crisi dello Yen che portò il Giappone sull’orlo della bancarotta ed il rischio di un tracollo dei mercati finanziari. Tutto si risolse con l’intervento del governo americano che sostenne il peso valutario dello yen in caduta libera. I protagonisti dell’epoca furono Rubin, ministro del Tesoro Usa, ed il suo vice Larry Summers, oggi consigliere economico di Barack Obama.

E’ qui si collega il ruolo del sopra citato Toshiro Muto, nel 1998 contestatissimo direttore del segretariato generale del ministero delle finanze di Hikaru Matsunaga e di Eisuke Sakakibara, i protagonisti del “salvataggio dello yen” insieme a Rubin e Summers.

Una trama ancora complessa, degna di un romanzo giallo difficile da decifrare. 


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