Il ministro della difesa accusa magistrati di agire contro il Governo

par Attilio Runello
giovedì 30 novembre 2023

Il ministro della difesa Crosetto in una intervista al Corriere della Sera ha riferito di essere stato informato di incontri di associazioni di magistrati in cui si è discusso delle migliori strategie per danneggiare l’attuale governo. Si è inoltre dichiarato disposto a riferire presso le commissioni competenti in Parlamento. 

Critiche non nel merito ma nella forma sono giunte da Calenda che ritiene che avrebbe prima dovuto riferire alle autorità preposte. In realtà anche il ministro della giustizia può promuovere ispezioni presso i tribunali. Nella valutazione di eventuali sanzioni disciplinari la competenza è del Consiglio superiore della magistratura. Il fatto comunque, se vero, sarebbe di una tale gravità da informare anche il Parlamento. Ci ricorda che la sentenza con cui il giudice Apostolico di Catania aveva accettato la richiesta di alcuni emigranti di non rimanere nel centro di accoglienza di Pozzallo inizialmente aveva suscitato una reazione della premier. Aveva dichiarato che non era d’accordo. Successivamente nei social Salvini aveva pubblicato un video in cui il giudice nel 2018 partecipava a una manifestazione pro migranti per chiedere uno di quegli sbarchi che Salvini non concedeva immediatamente. Secondo la legge un magistrato non può iscriversi a un partito politico e non può fare politica in modo continuativo. In questo caso ci troviamo di fronte a una partecipazione occasionale. Tuttavia diversi giuristi fra cui Sabino Cassese e Luciano Violante hanno detto che non doveva andare. Altri esponenti del governo hanno sostenuto che ci si trova di fronte a un magistrato che ha un pregiudizio. Ma c’è anche chi sostiene che un magistrato è libero di manifestare le proprie idee politiche e va valutato nel merito. Ormai siamo abituati a magistrati che si occupano di politica. Tuttavia se si mettono in pensione o in aspettativa possono farlo. Naturalmente c’è chi ha difeso il magistrato di Catania. Per esempio Cacciari. Pochi hanno provato ad entrare nel merito della sentenza. Altri magistrati hanno accolto richieste simili. Sul piano mediatico tuttavia una conseguenza c’è stata: si è smesso di parlare del libro del generale.

Foto Governo.it 


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