Il merito e il comunismo
par Nuovo autore
martedì 2 agosto 2011
Non mi ritengo comunista. In passato ho spesso pensato di esserlo, ma dopo una lettura spassionata del Manifesto del Partito Comunista e altri saggi sono arrivato a diverse conclusioni che mi rendono parzialmente avverso all’ideologia teorizzata da Marx.
Una delle mie perplessità è appunto quella del merito.
Karl Marx, nella frase: “Da ognuno secondo le proprie capacità, a ognuno secondo i propri bisogni” rimane assai vago su un problema. È il problema del soggetto e della soggettività. Le parole “capacità e bisogno” sono relative, peculiari per ogni diverso essere umano. Dunque: abbiamo tutti le medesime capacità? Un uomo di 70 anni ha le stesse capacità di uno di 30? Abbiamo tutti gli stessi bisogni? Un uomo di 70 anni ha gli stessi bisogni di uno di 30?
Credo che un altro problema che fu smarrito nell’edificazione di una rotta verso il comunismo sia quello della diversità. Nelle società comuniste e socialiste si è cercato in ogni modo di omologare l’uomo, come la citazione di Marx sopra enunciata dimostra. Non si è agito per tutelare l’uguaglianza nel senso politico e sociale del termine, ovvero garanzia di libertà, di diritti, di giustizia: si ha invece intrapreso un continuo appiattimento del genere umano, incollando addosso a persone radicalmente differenti una divisa senza indugiare nell’utilizzo ossessivo della violenza.
L’uomo è un essere che ha pari libertà, ha pari diritti, ma nella primordiale e fondamentale garanzia della sua natura di essere diverso.
Chi è l’essere superiore, ammessa l’impossibilità di dimostrare l’esistenza di divinità, che può decidere quali siano i parametri della possibilità e del bisogno?
Nessuno. Questo è il problema. La frase di Marx a mio avviso non sta in piedi, manca di oggettività.
Ammettiamo dunque che i parametri non esistessero e dunque ognuno dovrebbe fornire prestazioni secondo le sue possibilità (considerando che l’uomo è un essere totalmente inetto al lavoro: lavora solo in caso di necessità) ed essere ricambiato secondo i suoi bisogni: e se un uomo lavorasse con le sue possibilità elevatissime e avesse esigui bisogni, non sentirebbe un’ingiustizia nel vedere che uomini con meno possibilità possano essere ripagati nei loro bisogni maggiori?
La meritocrazia, che purtroppo è un mostro sia per il comunismo che per il capitalismo, deve essere valore fondante di una società, come la diversità deve essere alla base dei rapporti umani.
Ogni persona dovrebbe essere ripagata nei suoi bisogni in modo da garantirle una vita e fornita di tutti i mezzi per potersi esprimersi e realizzare ciò che è chiamata ad essere.
In altre parole “È compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l’eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l’effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all’organizzazione politica, economica e sociale del Paese”.
Per me l’articolo 3 è ciò che un qualsiasi politico si dovrebbe prefiggere come obiettivo: la giustizia sociale e la possibilità per ciascuno di sviluppare la propria personalità.