Il medioevo della chiesa non ha fine

par Diana De Caprio
mercoledì 23 marzo 2011

Religione e fede come punizione per essere cristiano? Basta.

"Le catastrofi sono talora esigenza della giustizia di Dio, della quale sono giusti castighi”. Roberto De Mattei riporta quello che pensa del terremoto in Giappone Monsignor Mazzella, arcivescovo di Rossano Calabro. “Le grandi catastrofi sono una voce paterna della volontà di Dio, che ci richiama al fine ultimo della nostra vita – scrive Mazzella - se la terra non avesse catastrofi, eserciterebbe su di noi un fascino irresistibile, e non ricorderemmo che siamo cittadini del cielo. In secondo luogo, le catastrofi sono i giusti castighi di Dio. Alla colpa del peccato originale si aggiungono le nostre colpe personali e quelle collettive, e mentre Dio premia e castiga nell’eternità, è sulla terra che premia o castiga le nazioni".

Sono stufa. Stufa davvero. Possibile che la religione e la fede debbano essere sempre esercitate come minaccia e punizione

E ora cosa leggo? Che le catastrofi sono punizioni divine e quindi vanno accettate come cosa buona e giusta!

Ma la Chiesa non dovrebbe fondarsi sull’Amore totale e incondizionato, non dovrebbe essere colei che accoglie i peccatori e li perdona, non dovrebbe essere esempio di moralità, di rettitudine e di povertà?

Resto ancora una volta senza parole.


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