Il mare di Renata Fonte è in pericolo: la Regione Puglia sotto attacco

par Mauro Miccolis
sabato 11 febbraio 2012

Il mare di Renata Fonte (assassinata per aver difeso il suo territorio), oggi è in pericolo

Il mare di Renata Fonte è quello nella foto sopra S.Caterina, Nardò provincia di Lecce, nei pressi della baia di porto Selvaggio, uno dei posti più belli, suggestivi ed incontaminati del Salento.

Chi era Renata Fonte, lo descrive brevemente Wikipedia:

Renata Fonte (Nardò, Lecce, 10 marzo 1951 – Nardò, 31 marzo 1984) è stata una politica italiana. Renata Fonte fu Assessore alla cultura ed alla pubblica istruzione del comune di Nardò (Lecce) eletta nel 1982 nelle file del PRI-Partito Repubblicano Italiano. Il 31 marzo 1984 a Nardò (Lecce) due sicari uccidono con tre colpi di pistola Renata Fonte mentre raggiunge la sua abitazione. Tre pallottole che interrompono per sempre il suo impegno politico contro l’abusivismo edilizio e la lottizzazione del parco naturale di Porto Selvaggio.

In questo speciale sono state trasmesse le immagini delle interviste realizzate il 18 e 19 settembre nel parco di Porto Selvaggio, a Palazzo di Città, nel centro storico ed al Teatro Comunale. A ricordare Renata Fonte la voce delle figlie Sabrina e Viviana Matrangola e della professoressa Claudia Raho, una delle sue grandi amiche. La trasmissione “Cominciamo bene”, condotta da Fabrizio Frizzi ed Elsa Di Gati (e che vede la partecipazione di Rita Forte e Furio Bisignani), in onda su Rai Tre ha ricordato così Renata Fonte, l’assessore repubblicano uccisa da mano mafiosa il 31 marzo del 1984.
 

Per chi ha voglia di conoscere più in profondità, la storia di Renata Fonte, consiglio la visione del video sopra. Questa donna è una vittima di Mafia, anche se la sua città Nardò, non le ha mai riconosciuto questo status.

Questa mancanza di riconoscenza, si accompagna ad un atto ancora più grave e vigliacco, e cioè quello di minacciare il mare e le coste di Renata; quel mare per cui si è battuta a costo della sua stessa vita.

La minaccia proviene dalla decisione da parte della Regione Puglia di realizzare una condotta sottomarina per il depuratore di Porto Cesareo e Nardò, che servirebbe per spingere in mare aperto gli scarichi della fognatura di Porto Cesareo. Fortunatamente la popolazione locale si è mobilitata, in diversi modi, come la creazione di un gruppo su Facebook per sensibilizzare i giovani e creando un Comitato Tutela del Paesaggio di Nardò.

Il Comitato si è espresso in favore di altre soluzioni che risulterebbero più economiche e rispettose dell’ambiente, che si basano sul concetto di Fitodepurazione, che è un sistema di depurazione naturale delle acque reflue domestiche, agricole e talvolta industriali, che riproduce il principio di autodepurazione tipico degli ambienti acquatici e delle zone umide.

Il dott. Francesco Muci, Presidente e legale rappresentante del Comitato per la Tutela del Paesaggio costituitosi a Nardò, valuta la proposta progettuale irrazionale oltre che lesiva dei superiori interessi alla tutela del paesaggio, dell’ambiente naturale e della salute che i cittadini.

A giudicare dalla febbrile attività su Facebook da parte degli amministratori del gruppo, pare che la Regione Puglia, ed in particolare Fabiano Amati Assessore Regionale alle Opere Pubbliche e Protezione Civile – Puglia , e il sindaco di Nardò Marcello Risi non rispondano alla richiesta di intervento nel procedimento amministrativo a norma dell’art. 9 della L. 241/1990 e s.m.i. Rif. Vs. nota prot. AOO_064 del 03/01/2012 0000531.

Se è vero quello che dice Carlo Salvemini (vicino a Nichi Vendola):

l’estetica (naturalmente quella legata alle azioni, ai gesti) è un tratto fondamentale della buona politica. Più in generale, nella vita come in politica, non esiste etica senza estetica

mi chiedo se la soluzione proposta dalla Regione Puglia sia esteticamente, e quindi eticamente accettabile.


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