Governo Monti: il luminare di oggi e gli errori di ieri

par Massimiliano Nespola
giovedì 17 novembre 2011

Provare a mettere sullo stesso piano il governo uscente con quello entrante appare a dir poco ingeneroso nei confronti di quest'ultimo. Ci si trova di fronte due personalità politiche fortemente differenti: una basata sul populismo ed il richiamo agli istinti più beceri dell'uomo, l'altra al merito, alla competenza, all'accurata ponderazione delle scelte.

Dire che non è cambiato nulla non rende giustizia alla complessità della formazione dei tecnici che guideranno l'Italia di domani. Detto questo, ci si può legittimamente chiedere cosa questo governo abbia da proporre in merito a:

a. occupazione giovanile;

b. politiche per la natalità;

c. crescita e sviluppo;

d. innovazione e ricerca in Italia;

e. attenzione al rapporto tra le eccellenze industriali e culturali presenti nel centro nord del Paese ed armonizzazione dei livelli di crescita e sviluppo con quelli del sud;

f. contrasto dell'illegalità, repressione del crimine e recupero delle devianze.

Sono questi solo alcuni spunti, ma appaiono significativi se si pensa a ciò che l'Italia dovrebbe fare per rimettersi in cammino e puntare ad una crescita adeguata, che ci permetta di sentirci ancora tra le principali economie del Mondo.

Anche dal punto di vista del mutamento socio - ecomomico a cui andremo incontro ci si potrà aspettare qualche sorpresa, a patto che si rinunci al qualunquismo. Bisognerà distinguere una personalità quale quella di Monti, appartenente ad un mondo di pochi, quello della finanza e del capitalismo globale, da quella di un Berlusconi che in tempi recenti ha dato semplicemente prova di mediocrità e di bassezza morale.

Nell'affermare ciò, si vuole lanciare un messaggio agli studenti che oggi protestano in alcune università pubbliche tra cui "La Sapienza", sostenendo la tesi del "nulla è cambiato": sì, forse Monti da un giorno all'altro non risolverà i problemi che da sempre attanagliano l'Italia, ma consentirà di guardare al futuro con maggiore serenità; forse non sarà lui lo statista che rimescolerà le carte per far sì che il nostro Paese domani possa essere leader nel campo dell'innovazione e della ricerca; forse il problema del debito pubblico continuerà ad essere gestito più su una dimensione di emergenza che su quella di un suo definitivo risanamento. Tuttavia, sono pur sempre individui singoli a rappresentare una collettività ed il loro profilo, nel bene e nel male, ha un suo peso.

L'Italia oggi è guidata da una figura integerrima, senza carichi pendenti in corso, senza ombra di sospetto. Con in mano un potere fondato sul merito e sulla competenza, anche se va riconosciuto che non tutti, partendo con le proprie dotazioni iniziali, sarebbero riusciti a raggiungere livelli di prestigio simili. L'auspicio è che qualcun altro possa arrivarci domani, magari partendo dal basso, la certezza è che con un governo del genere ciò sembra più realizzabile rispetto a ieri.


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