Il limbo dei conviventi: senza diritti se non sposati

par La Via Dei Blog
sabato 14 luglio 2012

Mistero svelato: è notizia di pochi giorni fa che l'eredità del grande Lucio Dalla spetta di diritto ad alcuni parenti. Se ne era parlato quasi subito: giornali e tg avevano elencato diligentemente le proprietà in possesso del cantautore bolognese, che chissà che fine faranno. Per non parlare dei diritti d'autore... Ad oggi non c'è un testamento che sveli le volontà di Dalla e dunque ora che è finito l'iter burocratico, al di là di colpi di scena improvvisi, il compagno non riceverà nulla.

Magari qualche foto scattata insieme. O degli oggetti comprati durante una vacanza, un tour. Ma, di tutti i beni, compresa la casa che condividevano, nulla, nemmeno una saponetta. E allora mi si mette in moto il criceto che ho in testa: dei personaggi famosi si parla, perché sono famosi. Ma di tutti i poveri diavoli che non hanno clamore al seguito, di tutte quelle persone anonime che vivono la stessa situazione? Nessuno ne sa niente, ma immagino quanti compagni silenziosi siano costretti a restare nell'ombra, a rinunciare a gesti d'amore, nel momento del distacco più brutto, perché mancano del velo della legalità.

Ecco, la questione è questa: gay o non gay non fa differenza, le coppie non sposate rischiano di perdere non solo la persona, ma tutta la vita costruita in due fino a quel momento. Perché manca una firma. Uomini e donne che decidono di condividere un progetto di vita con un'altra persona rischiano sempre, da un momento all'altro, di diventare agli occhi della legge dei perfetti estranei. Questo non mi piace. Sono romantica, non credo che il matrimonio sia solo un contratto per "sistemare" le cose, ma rischia di diventarlo dal momento in cui le norme del nostro sistema sono carenti.

Ma i diritti della persona dove sono finiti? Tutti dovrebbero sentirsi tutelati, non in quanto mariti o mogli, ma semplicemente come persone. La libertà di scelta è alla base di tutto, credo. Si deve poter essere liberi di decidere se dirsi di sì in privato o davanti a un pubblico. Magari in base a delle scelte sbagliate fatte in passato che pesano ancora, per difficoltà oggettive o semplicemente per convinzioni e credo personali. Ma si deve essere liberi di scegliere, sentirsi liberi. O forse sono solo un'illusa? Non ci posso fare niente, però: non posso fare a meno di pensare a tutti i Marco Alemanno invisibili che esistono, tra dolore e silenzio.


Leggi l'articolo completo e i commenti