Il libro, Torino e la nostra Memoria

par Virginia Visani
giovedì 13 maggio 2010

E’ dedicato alla "Memoria" il Salone del Libro che si apre oggi al Lingotto di Torino e non è un caso che il tema del "ricordare" sia stato scelto proprio in questo particolare scorcio di secolo nel quale tutti sembrano dimenticare tutto.

Per “tutti” non s’intende certo parlare dei nonni e degli zii che sono ancora in grado di ricordare il passato, magari infiorettandolo con particolari che sanno più di sogno che di realtà. Per “tutti” s’intende invece quella diffusa tendenza all’essere sempre giovani che di conseguenza induce alla dimenticanza in nome della modernità.
A dimenticare contribuisce anche l’informazione che arriva a palate su Internet, un’informazione tiranna che costringe a rimanere inchiodati al presente, senza memoria, per umana incapacità a rammentare persino ciò che si è fatto il giorno prima.
 
Bene hanno fatto dunque gli organizzatori e i curatori Ernesto Ferrero e Rolando Picchioni a sottolineare con la rassegna torinese la necessità di riscoprire la nostra identità attraverso la memoria del passato. E non inganni la scelta dell’India come Paese ospite. Anche se questo territorio è più romanticamente presente nella nostra memoria per i libri di Emilio Salgari, che nella quotidiana realtà dei suoi autori contemporanei.
 
Fino al 17 maggio si alterneranno dunque nei sei padiglioni e nelle 27 sale convegni non soltanto le presentazioni dei libri che i 1400 editori sfoggiano quest’anno. Sul tema della “Memoria” ci saranno anche incontri non letterari.
 
Ad esempio domenica 16 maggio il regista cinematografico Pupi Avati dirà come il ricordo degli “archetipi”, la famiglia, l’amore, il tradimento, gli amici, siano da sempre i suoi ispiratori. Mentre lo scrittore Andrea Vitali spiegherà come il racconto basato sulla memoria dei suoi pazienti (Vitali è medico di famiglia a Bellano sul lago di Como) sia principale fonte creativa.

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